Buongiorno amici! Oggi sono molto felice ed emozionata nel cominciare a tutti gli effetti la rubrica italiane all'estero. Venerdì scorso vi avevo parlato di questa mia nuova idea di intervistare donne italiane che per una scelta o per l'altra si sono trasferite all'estero. Donne italiane ma soprattutto creative, che hanno conosciuto due modi di vedere il lavoro, due burocrazie diverse, due mondi a volte opposti. Artiste, blogger, professioniste che si sono fatte una vita fuori dall'Italia e ne hanno assaggiato i pro ma anche i contro.
Bene, vogliamo cominciare? La nostra primissima intervistata è
Chiara Cecilia Santamaria, conosciuta per il suo famoso blog
Ma che davvero. Chiara oltre a essere una blogger affermata è anche autrice di libri, il suo ultimo romanzo s'intitola
Da qualche parte nel mondo edito
da Rizzoli. È stata vincitrice di molti premi importanti tra cui il premio
Macchianera Italian Awards, il premio
Skyscanner Travel Bloscars e il premio Hostelworld Travel Blogger Awards. Ha lavorato per Gioia, Repubblica, Donna Moderna, Glamour, Io Donna e tantissimi altri magazine tenendo rubriche o scrivendo articoli. Sono davvero onorata di averla in questa rubrica, ecco la sua intervista.
Chiara in quale città del Pianeta hai deciso di trasferirti? Per quale motivo hai scelto proprio quel posto?
Vivo a Londra da cinque anni. Abbiamo deciso di trasferisci quando mio marito ha avuto un'offerta di lavoro qui. Io, che sono freelance, per fortuna posso lavorare ovunque quindi per me non sarebbe stato un problema, semmai un'opportunità. Ci abbiamo pensato un po' e hanno prevalso curiosità, voglia di metterci alla prova, desiderio di fare un'esperienza all'estero e soprattutto la possibilità di crescere Viola, nostra figlia, bilingue.
Come ti sei preparata psicologicamente al trasferimento?
Ho letto molto sul blog e siti ma soprattutto parlato con amici e "amici di amici" già a Londra. Essendo una città meta di molti italiani, chiunque ha almeno un amico qui ed è facile trovare persone con cui fare due chiacchiere in proposito. Siamo andati noi tre, io, lui e Viola.
Burocraticamente parlando l'Inghilterra l'hai trovata molto diversa dall'Italia?
È sicuramente molto diversa… ma in positivo! Tutti i processi sono più facili e veloci. Per fare un esempio: quando persi la patente italiana, alcuni anni fa, pensavo di doverla rifare in Italia. Feci un pellegrinaggio di due giorni tra commissariati, ufficio postale, anagrafe e motorizzazione per radunare tutti i documenti richiesti, per poi venire a sapere che, contrariante a quanto mi avevano detto in commissariato, non avrei potuto rifarla in Italia. Tornata scoraggiata in UK ho scoperto che qui bastava radunare tre documenti e mandarli via posta. Dopo due settimane, senza aver fatto nemmeno una fila o aver peregrinato per uffici, ho ricevuto a casa la mia patente nuova.
Che tipo di rapporto hanno i londinesi con il lavoro?
Molto serio e professionale, ma anche possibilista e "mobile". Credo derivi sia dal fatto che qui c'è molta offerta per chi è preparato, sia dal fatto che fin da giovanissimi sono messi di fronte a grandi responsabilità. Nel bene e nel male! Non è raro vedere un ventitreenne manager come non lo è vedere che il medico responsabile al Pronto Soccorso ha praticamente appena passato la maggiore età e forse sei il suo secondo paziente…
Pensi che un lavoro creativo sia concepito alla stessa maniera in Inghilterra che in Italia?
Qui ho trovato molto più rispetto per il lavoro creativo, ad esempio - parlo per il mio settore - il mondo dei blogger è estremamente rispettato e trattato professionalmente. Questo avviene da entrambe le parti, ovvero anche da parte dei blogger c'è molta meno approssimazione. In generale comunque questa è la patria europea delle startup, ci sono incubators e coworking ad ogni angolo, quindi la creatività è assolutamente incoraggiata e valutata!
Ci racconti la tua esperienza lavorativa a Londra?
In realtà io ho sempre continuato a fare il mio lavoro, Londra è solo un nuovo ed interessante background che mi dà tantissimi spunti e idee.
Qual è stato il momento più bello che hai vissuto in quel Paese?
Tantissimi. Solo per citarne alcuni: conoscere gente interessante da tutto il mondo, le prime recite in inglese di mia figlia e sentire il suo accento super British, aver lavorato per un mese nello studio di un'artista esposta alla Tate Modern, aver fatto una performance in un grande teatro al centro di Londra, aver fatto un pitch della mia idea di startup davanti ad una platea di dirigenti Google, essere stata ad anteprime internazionali, aver visitato posti meravigliosi dentro e fuori Londra… Insomma, per quanto molto faticosa, è una città che mi ha dato tantissimo.
E lavorativamente parlando qual è stato il lavoro più gratificante e speciale?
Probabilmente tutte le volte in cui sono stata invitata in grandi uffici di brand internazionali dove aspiravo a lavorare da ragazza e poi sono riuscita a collaborare con loro per piccoli o grandi progetti. Qui incontri veramente persone incredibili, e personalmente ho trovato meno difficile fare due chiacchiere qui con gente ad altissimi livelli in società dai grandi nomi che con gente meno importante in uffici più piccoli in Italia. Qui esiste la cultura del "se qualcuno chiede, è educazione rispondere" e spesso sono riuscita a parlare con persone che stimavo semplicemente scrivendo loro che mi sarebbe piaciuto incontrarle per chiedergli alcuni consigli. Sembra assurdo, ma alcune hanno accettato!
Un'ultima domanda. Se ti chiedessi di descrivere con tre parole positive e tre parole negative (se ce ne sono ovviamente) la tua vita nel Regno Unito, quali sceglieresti?
Positive: ispirazione, possibilità, bellezza. Negative: solitudine, chiusura, clima. Nessun posto è perfetto! :)
Con queste ultime parole l'intervista si conclude qui. Un grande ringraziamento ancora a Chiara per la sua disponibilità. Vi ricordo che se volete seguirla e conoscere di più sulle sue
avventure a Londra, potete leggere i tanti articoli dedicati esclusivamente alla sua città. State pensando anche voi di trasferirvi nella capitale britannica? In
questo video, Chiara, con una breve panoramica, vi racconta com'è vivere a Londra. Avete figli e sognate un trasferimento oltremanica?
In quest'altro video Chiara vi racconta com'è il sistema scolastico inglese: pro e contro di un'istituzione completamente diversa dalla nostra. Mi auguro che il primo appuntamento di questa piccola rubrica vi sia piaciuto. Spero di avervi fatto sognare almeno un pochino e ricordatevi che a volte i sogni non sono solo desideri, alcuni si realizzano!