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Cementine e maioliche a confronto

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Nella giornata di ieri ho avuto un "piccolo" problema con il blog: non era più visibile, praticamente non esisteva più. Dopo un mezzo collasso e qualche preghierina del tipo, giuro che non dirò più le bugie, non comprerò più CocaCola, non mangerò di nascosto dolci di nascosto dalle mie bimbe, è tornato a funzionare. Quindi le preghierine non valgono vero? Oppure devo mantenere la parola data? A parte gli scherzi, ieri c'è mancato quasi che avessi un mancamento. Il mio blog sparito dal web, Shabby Chic Interiors sparito come Laura Palmer da non crederci. Oggi sono di nuovo qui a tenervi compagnia! :)

La settimana scorsa vi ho parlato del rullo decorativo ricordate? Nel post di oggi voglio parlarvi di un nuovo prodotto di Cri-lla: le cementine. La tecnica delle cementine nasce alla fine dell'Ottocento per economizzare la produzione di maioliche che richiedeva un gran dispendio di energia per via della cottura. La cementina viene prodotta completamente senza bisogno di cottura con l'ausilio di una matrice che riporta il disegno desiderato e inserita in un contenitore che ha le dimensioni della cementina stessa. All'interno della matrice viene colata una malta a base di pigmenti naturali, polvere di marmo, cemento e acqua. Successivamente il disegno ottenuto viene spolverato da un piccolo strato di sabbia e cemento che assorbe l'umidità e infine ricoperto ancora da un altro strato più consistente di sabbia più grossolana e cemento che va a costruire la struttura vera e propria. In seguito la piastrella viene inserita in una pressa idraulica e immersa per 24 ore in acqua e infine viene fatta asciugare per circa trenta giorni.

Un lavoro di certo non facile, dove la manualità, la pazienza e l'amore per il proprio mestiere devono essere gli ingredienti principali per una buona resa. Cri-lla possiede un catalogo che presenta una grande scelta di modelli e colori (a me piacciono particolarmente le cementine nei colori del verdeacqua). Si possono addirittura personalizzare le mattonelle accedendo al simulatore. Date un'occhiata alla gallery che trovate sul sito, a me viene già voglia di trasformare casa! Vi ricordo che i disegni con cui potete personalizzare le vostre cementine sono in 48 colori. Ricapitolando, per acquistare le mattonelle esistono due opzioni:


  1. Avete gli operai in casa e non potete aspettare? Guardate lo Stock delle cementine e una volta ordinate vi arriveranno in circa 7 giorni lavorativi. 
  2. Avete tutta la calma per scegliere la vostra mattonella? Createla personalizzandola con il vostro disegno utilizzando il simulatore. I tempi di produzione in questo caso saranno di 3-5 settimane.

Il costo di tutte le cementine, anche in stock, varia in funzione della quantità di colori. Oltre ai modelli del catalogo, Cri-lla è in grado di produrre cementine con disegni personalizzati, in questo caso il costo dello stampo varierà dai 100 ai 120 euro, a seconda della difficoltà di riproduzione del disegno. 


~  Cri-lla ~
Per informazioni: info@cri-lla.it

potete trovarlo anche su:


Regali di Natale

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La scorsa settimana ho avuto una mattina libera e siccome mi balenava già da tempo di andare a fare un giretto da Maisons du Monde, ho colto l'occasione e con la macchina ho raggiunto il negozio di Genova-Campi. Non c'è che dire, appena si attraversa la porta sembra di entrare in un mondo parallelo, tutto luccica e risplende a Natale. Se quest'anno già avevo tanta voglia di addobbare casa prima del tempo, tuffandomi in quell'ambiente ne ho avuto la certezza: non aspetterò dicembre per decorare casa e chi se ne importa se la trazione dice che bisogna aspettare l'8 dicembre per farlo? È un periodo dell'anno bellissimo e passa troppo in fretta per i miei gusti. Anche voi la pensate come me?

In negozio le atmosfere sono da sogno, il lavoro degli stylist è davvero pazzesco. Chi non vorrebbe che uno stylist Maisons du Monde venisse a casa propria e allestisse i nostri ambienti? Ehi Maisons du Monde, ti ho dato un'idea formidabile, perché non ci pensi su e offri questo servizio a noi affezionate? :)  Quella mattina ho fatto shopping e mi sono portata avanti coi regali di Natale, non mi piace arrivare il giorno della Vigilia con ancora alcuni regali da fare. Ogni tanto è capitato negli anni passati ma quando invece è tutto pronto da tempo, riesco a godermi il Natale ancora meglio, senza ansie e patemi vari. Ci sono dei bellissimi cofanetti regalo che possono essere un'idea carina per le amiche o perché no, da regalare anche alla suocera. 

Mia suocera ad esempio (santa donna), proprio ultimamente ha rotto due tazzine da caffè e si ritrova a non avere più un servizio decente per quando ha ospiti in casa. Posso dirvelo perché mi suocera non è per niente tecnologica e non ha nemmeno il computer a casa, le ho comprato un set di tazze e piattini carinissimo. Al carrello ho aggiunto un kit per il packaging (torna sempre utile), dei tag a tema natalizio e degli scotchetti colorati. Tra gli accessori per i regali c'è tantissima scelta! Come da trazione, ogni anno acquisto una nuova palla di Natale e anche quest'anno ne ho trovato una davvero originale e tutta in legno. Il mio albero è da sempre stato super colorato. Ho dei vivi ricordi di quando ancora bambina, vedevo mia madre decorare il nostro albero con le tante palline colorate, opportunamente incartate una per una, appartenute alla famiglia. C'era, anzi c'è ancora, la prima palla di Natale che regalò mio nonno a mia mamma portatele dal Belgio. C'è la pallina che ho vinto da bambina a un saggio di ginnastica artistica e quelle fatte all'asilo da me e mio fratello. Il nostro albero racconta la nostra storia e ogni anno mi piace che questa storia prosegua e vada avanti.

Anche il vostro albero è super colorato come il mio oppure vi piace realizzare un albero a tema differente ogni anno? Se volete leggervi qualche consiglio su come sistemare l'albero di Natale vi consiglio di leggere questo articolo pieno di consigli utili. Fatemi pensare, ho comprato altro? Ah sì, ho già acquistato il regalo per mio papà: un morbidosissimo plaid. Ero indecisa tra una coperta tinta unita oppure una a fantasia. A lui piace passare le sere, comodamente "stravaccato" sul divano e un plaid morbido ho pensato potesse essergli utile. Alla fine ho optato per la fantasia e ne ho scelto uno che forse non sarà tanto il suo stile ma che gli ricorderà noi ogni volta che lo vedrà. Con tutti quei fiocchi non potrà non pensare alle sue nipotine! La corsa ai regali è ancora lunga, credo che tornerò presto da Maisons du Monde! 


Il cambiamento che crea equilibrio

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Eccoci tornati a un nuovo appuntamento con Activia, collaborazione che nasce a fine estate quando il loro team ha deciso di coinvolgermi per spiegare e raccontare ai miei lettori, questa nuova parola: #InSync, ovvero ricerca dell'equilibrio. Ho sempre pensato che per cercare e trovare l'InSync ci voglia innanzi tutto sicurezza in se stessi. Se noi crediamo nelle nostre forze e nelle nostre capacità allora abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Oggi però sono qui a ricredermi perché in questi ultimi mesi le mie esperienze personali mi hanno portato a credere in altre cose e a non pensare che basti solo la sicurezza in noi stessi per trovare il nostro baricentro. 

Io ad esempio sono, praticamente da sempre, una donna con tanti obiettivi, tante idee che le frullano per la testa e poca metodologia nel cercare di raggiungere i suoi traguardi. Il caos è sempre stato parte di me e credo che sia proprio una mia caratteristica, tanto da non riuscirla a cambiare ma quello che ho provato a cambiare ottenendo un grosso risultato è stato lavorare sulla mia persona e cercare di trovare per me stessa una grande forma di equilibrio personale cioè l'aver cambiato alimentazione. Potrà sembrare forse una cosa da poco per alcuni di voi ma vi giuro che non è così. 

La mia vita lavorativa è molto varia e varie sono le mie giornate. Tra computer, articoli da scrivere, fotografie, consulenze d'arredo, corsi e restauri non sono mai riuscita a seguire una buona alimentare e per buona abitudine alimentare intendo anche solo un piatto di pasta a mezzogiorno, verdure e tanta frutta. Invece per abitudine e soprattutto pigrizia facevo tutt'altro. Il problema è che quel caos creato da una scorretta alimentazione lo portavo anche dentro la  mia vita lavorativa (e non solo quella ovviamente). Da quando ho dato una svolta totale alla mia alimentazione, è cambiato tutto.

Mai avrei creduto di riuscire a non mangiare più carne, mai avrei creduto di non mangiare più le mie canoniche e tanto consolanti "schifezze". E il bello è che cambiando questo anche le mie figlie stanno cambiando il loro modo di alimentarsi. La prima forma di apprendimento è quella per imitazione e mai è stato più vero. Vedendomi mangiare sano, anche loro stanno apprezzando il buon cibo. Ammetto che il cambiamento è avvenuto piano piano e sicuramente prima di cambiare il piatto ho cambiato la testa. Nei mesi scorsi ho letto tanto, mi sono fatta una cultura tra libri e documentari e piano piano, in modo naturale, il cambiamento è arrivato. 

E il vostro InSync come lo avete trovato? O come lo state cercando? Voglio informarvi di un'iniziativa molto carina promossa da Activia, invitarvi e coinvolgervi in una call to action, dove raccontando la vostra storia della ricerca su come trovare l'InSync, potrete entrare nel nuovo libro di Marie Kondo. Conoscete tutti questa scrittrice giapponese? Lei è l'autrice del libro "il magico potere del riordino" e scriverà un libro su questo tema caro a noi donne. Volete entrare a far parte del nuovo libro della Kondo? Raccontate la vostra ricerca dell'InSync, potete farlo cliccando questo link

Photo by Activia

Albero vero VS albero finto

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Ieri è stata la festa dell'Immacolata e come tradizione dice, si fa l'albero di Natale. Io lo avevo già fatto qualche settimana fa, quando durante un giorno di allerta rossa, con tanto di scuole chiuse, io e le mie bimbe abbiamo decorato l'albero. Se posso farlo, mi piace godermi qualche giorno in più la casa decorata, voi siete come me oppure preferite aspettare l'8 dicembre come tradizione e di lì non si sgarra?  Su Facebook il dibattito è aperto: c'è chi si lamenta di quelli che a novembre hanno già la casa decorata a festa (perché poi si lamentano non mi è ancora chiaro ma lo scoprirò!) e chi invece attende con trepidazione l'Immacolata per tirare fuori dalla soffitta scatoloni impolverati che custodiscono palline natalizie, ghirlande e lucine colorate. 

Il dilemma come ogni anno è sempre lo stesso: preferire l'albero vero oppure quello finto? Io ne ho uno  che ho comprato assieme a Gigi ben tredici anni fa e beh, è ovviamente in plastica. C'è stato un anno però, e non so ancora il perché, che decisi di volerne uno vero. Andammo a comprarlo all'Ikea lo caricammo in macchina e una volta a casa, tutta felice cominciai a decorarlo. All'epoca avevamo ancora Buster, il nostro golden retriever e anche a lui come a me gli piaceva quell'alberello. Gli camminava vicino e ogni volta che la sua coda-piumino accidentalmente toccava un qualche ramo erano tragedie. Tragedie nel senso che decine e decine di aghi cadevano a terra e mentre il pavimento si ricopriva di verde, della chioma del mio alberello, un tempo rigogliosa, rimaneva solo un vago ricordo.

Quell'anno arrivò l'Epifania e festeggiammo con un albero di Natale più morto che vivo. Nei giorni seguenti gli demmo una degna sepoltura. Da allora mi ripromisi che mai, mai più avrei comprato un albero vero. La domanda che vi ho accennato poca fa, albero vero oppure albero finto, è davvero un dilemma. Un comunicato della Guardia Forestale afferma che gli abeti veri che entreranno nelle case italiane saranno almeno 6 milioni e che dal 6 gennaio prossimo si trasformeranno in rifiuti perché si sa, un albero vero non può sopravvivere in casa e quindi bisognerà smaltirli. Ma è vero che il suo rivale, l'albero finto è meno dannoso all'ambiente? Qui troverete i Pro e i Contro e entrambe le versioni.

Albero vero
Pro:

  • Nella maggior parte dei casi gli abeti sul suolo italiano, derivano da coltivazioni controllate seguendo rigorose norme ambientali.
  • Essendo vero tutti i materiali sono naturali e quindi biodegradabile.
  • Il suo profumo che invade la casa.
  • Regala magia al Natale. 
Contro:

  • Sporca perché lascia cadere aghi e terreno in casa.
  • Dopo l'Epifania diventa un rifiuto perché è destinato a morire. Un albero vero in casa difficilmente "sopravvive" fino al 6 gennaio.
  • Rappresenta un costo che va sostenuto ogni anno.
  • A meno che non si abiti in montagna, piantarlo nel terreno non fa alcuna differenza perché teme il caldo.
  • È ecologico solo se proviene da produttori locali. 

Albero Finto
Pro:

  • Non sporca
  • Si può riutilizzare per diversi anni.
  • Complessivamente permette di risparmiare (soprattutto se lo si compra quando le feste sono finite e i saldi cominciati!).
Contro:

  • È spesso realizzato (ma non sempre) con materiali plastici derivanti dal petrolio.
  • Per poter essere conservato necessita di uno spazio in casa. Il mio si divide in due e tutti i rami (sia quelli grandi che quelli piccini) si piegano andando a così a diminuire di molto lo spazio che deve occupare per circa 340 giorni all'anno. Viva le soffitte!
  • Gli alberi finiti sono quasi sempre prodotti all'estero e quindi si portano dietro il carico di CO2 prodotto per arrivare nel nostro Paese.
  • Non profuma e può risultare più freddo di un albero vero.

Non so voi ma io credo, anzi ne sono sicuramente convinta, di preferire l'albero finto. Ognuno di voi è in grado di prendere la decisione giusta in base alle proprie esigenze, l'unica "regola" che non bisogna mai dimenticare è che l'albero, sia vero che finto, va smaltito nella maniera corretta. Se è vero, va portato al vivaista più vicino o contattare il servizio di smaltimento rifiuti della propria città per sapere dove portarlo. Se è finto va gettato nella raccolta differenziata (il mio ha 13 anni e non li dimostra, è ancora un giovanotto! Quindi penso che per ancora molti anni non dovrò buttarlo nella plastica). 

Photo by Dreamy Withes

Colore tendenza dell'anno 2017

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Mancano poche settimane alla fine dell'anno e come sempre Pantone ha eletto il colore tendenza dell'anno 2017. Come si chiama? Greenery. Si tratta di una tonalità di verde rinfrescante e rivitalizzante e simbolo di un nuovo inizio. Gli esperti del colore hanno decretato questa tonalità di verde-giallo che evoca i primi giorni di primavera, è fresco, ti fa venire voglia di vivere la natura, restaurare e rinnovare (non solo la casa ma anche se stessi). Prendiamoci un respiro profondo e ossigeniamo il nostro corpo. Io ho sempre amato il verde, ho gli occhi verdi e verde è il mio colore preferito. 

Greeneryè la natura e le persone che al giorno d'oggi sono sommerse dalla vita moderna, sentono maggiormente l'esigenza di ricercare un contatto profondo con il mondo naturale. Questo cambiamento si riflette dalla proliferazione di tutte le "cose verdi" che esistono nella vita quotidiana: dall'architettura alla pianificazione urbanistica, dal design allo stile di vita. Un andamento costante e crescente di questo movimento green che spinge ad essere migliori. 

Il colore verde ha un effetto rilassante e favorisce la calma. Inoltre rappresenta il senso di giustizia, della speranza e della vitalità. Mi auguro con tutto il cuore che il 2017 porti giustizia, speranza e vitalità a tutte le persone che in questi ultimi mesi hanno vissuto momenti di terrore a causa di alluvioni e terremoti. Come prima vi ho accennato, verde è il colore della natura, della fertilità, dell'abbondanza e del benessere. Verde è diventato anche il mio stile di vita: è quasi un mese che sono diventata vegana e mai come ora mi sento in pace con me stessa e con il mondo in cui vivo. Vi racconterò presto il percorso che ho fatto per giungere a questa decisione. Un abbraccio "green" a tutti! 


Buon Natale a tutti

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Etciù! Questa sono io da sabato sera: febbre, tosse, mal di testa, una "classica" influenza coi fiocchi insomma. Avrei voluto scrivere tanti post dedicati al Natale, creare DIY, fotografare la mia casetta in versione natalizia e mostrarvela. Vi avevo promesso una seconda edizione del Mercatino, ma non sono riuscita a scattare le foto e a radunare tutti gli oggetti che vorrei vendere. Avrei inoltre voluto aprire la VI edizione del concorso "Il mio Angolo di Paradiso", ma non ce l'ho proprio fatta, prometto però di farlo nei primi mesi dell'anno prossimo. Anche lo scorso anno alla fine, per un motivo o per l'altro, ho rimandato il concorso a fine febbraio-inizio marzo e in tantissimi avevate partecipato. 

Non potevo però lasciarvi così senza dirvi più niente e senza farvi gli auguri di buon Natale…ah a proposito, auguri di buon Natale. Mi prendo qualche giorno di ferie, qualche giorno per riprendermi da questa influenza che ha cappottato mezza Italia e per stare assieme alla mia famiglia. Ci vedremo molto presto, gennaio è dietro l'angolo e per il nuovo anno sto pensando ad altri modi di interagire con voi. Sì il blog rimarrà la mia piattaforma preferita per comunicare, lo continuerò a fare anche su Facebook e Instagram ma mi piacerebbe qualcosa di più coinvolgente, di più interattivo e meno statico. 

I primi giorni di gennaio, esattamente il giorno 5, Shabby Chic Interiors compirà 9 anni. Cavolo sono passati già 9 anni! In questo lasso di tempo ho scritto quasi 1500 post e condiviso con voi centinaia di immagini, idee, pensieri e passioni. Voglio salutarvi e salutare questo 2016 con alcuni dei tanti post dedicati al Natale che ho scritto in questi anni. Un abbraccio a tutti voi, a presto!



È ora di ricominciare!

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Buongiorno a tutti e ben ritrovati qui sul blog! Come vi avevo anticipato a dicembre, sono riuscita a staccare un po' la spina dal web (escluso su Instagram, lì mi trovate quasi tutti i giorni) anche se alla fine questo Natale non è stato come lo desideravo. A cavallo di Natale hanno ricoverato mia madre per quasi due settimane e festeggiare quel giorno senza di lei è ancora triste ora solo a ripensarci. L'importante è che adesso stia meglio e piano piano stia tornando in forze. Pensate che il 25 dicembre mi hanno "tirato il pacco" perfino i miei nonni, anche loro come mezza Italia, si sono beccati questa dannata influenza, poveri. Così per una volta che si era deciso di passare il Natale da me è andata così. Il prossimo anno direi di vedersi tutti a casa di mia mamma che è meglio!

Anche Gigi ed io ci siamo influenzati (è stato lui ad attaccarmela, maledetto!) e per colpa della febbre mi sono saltati un sacco di appuntamenti che avevo la settimana prima di Natale. Mi sembra giusto no? Da lunedì è ricominciata la scuola (sento tante mamme esultare) e mai come ieri ho "sentito" un silenzio pazzesco in casa, non mi è piaciuto per niente. Il 5 gennaio, Shabby Chic Interiors ha festeggiato 9 anni. Cavolo vi rendete conto? Sono ben nove anni che mi sopportate! ;) Mi piacerebbe dirvi che ho pensato a qualcosa di nuovo, mi piacerebbe farvi leggere la lista coi buoni propositi per il 2017 e raccontarvi delle novità che investiranno il blog. La verità è che non ho ancora pensato a niente di carino da proporvi per festeggiare insieme il compleanno del blog, non ho ancora una lista di buoni propositi e al momento non ho grosse novità da raccontarvi.

Gli ultimi giorni di vacanza li ho passati con la mia famiglia, mai come in questo periodo ho avuto bisogno dei miei cari per risollevarmi un po' il morale e ricaricare le pile. Potrei dare la colpa alle ferie saltate della scorsa estate (le sento tutte sul groppone oggi), sarà per colpa di quello che è successo a mia mamma o chi lo sa, forse è solo cominciata così, in questa maniera lenta e un po' apatica ma presto si risolleverà. Vero 2017 che presto ti risolleverai? Vero che non farai più brutti scherzi, né sotto Natale né mai? Eppure in casa stanno accadendo grossi cambiamenti (lo sapete che amo cambiare, anzi ne sento proprio il bisogno) e appena tornerò la Sarah di sempre, voglio mostrarveli. 

Certo, al momento non saprei neanche come farveli vedere questi cambiamenti perché la mia reflex mi ha abbandonata definitivamente e scattare con il cellulare non mi va proprio. Questi nuovi angolini, hanno bisogno di uno scatto come si deve insomma! Babbo Natale ha detto che mi porterà una nuova macchina fotografica, un po' ritardo ma a chi importa? Non bado a queste sottigliezze, l'importante è che arrivi. E poi voglio festeggiare come si deve i nove anni di blog, magari con un bel giveaway cosa ne pensate? E voglio aprire la VI edizione del Concorso il mio angolo di Paradiso e rispondere alle tante mail che giacciono nella casella di arrivo in attesa di una risposta (mi perdonate vero?). 

Sarebbe il massimo cercare di buttare giù uno pseudo programma lavorativo, ma finora non sono mai riuscita ad averne uno. La parola "programma" evidentemente non è contemplata nel mio DNA. È ora di ricominciare e di rimboccarsi le maniche (me lo dico a me stessa eh!). È ora di lavorare a testa china e riprendere i progetti lasciati a metà per un motivo o per l'altro. Ho voglia di vedere realizzato qualche desiderio, ma la fortuna ti può baciare una volta, i risultati arrivano quando c'è tenacia, motivazione e impegno. Buon anno nuovo amici, a prestissimo! P.S. Ah mi sono fatta rossa! ;)

Photo by Shabby Chic Interiors. Don't copy or use without permission.

Una golosa merenda

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Durante le vacanze natalizie, Beatrice e Mathilde sono state invitate un pomeriggio a casa di due loro amichette, che abitano qui vicino a noi. Quando verso sera sono rientrate a casa, hanno esclamato in coro: "Mamma mamma, dobbiamo comprarci anche noi la macchina per i waffle!". Per merenda la mamma delle loro amiche aveva fatto i waffle e le mie bimbe se ne sono innamorate all'istante. Così, dato che anch'io sono golosa e non dico mai di no a un buon dolcetto, ho acquistato una macchina per i waffle, chiamati anche gaufre. (Foto copertina).

Noi abbiamo comprato questa fiammeggiante macchina rossa che cuoce waffle a forma di cuore. Se anche voi siete alla ricerca di una macchina sforna dolcetti, ve la consiglio assolutamente. Il papà delle amiche di Bea e Mathi mi ha dato un'ottima ricetta per waffle vegani. Noi ne siamo ghiotti, alla sera preparo la pastella e la mattina, in cinque minuti ne cuocio una dozzina. Altrimenti se ho fretta, li cuocio la sera e la mattina li rimetto all'interno della macchina scaldandoli appena. Rimangono soffici e croccanti ugualmente. Ecco la ricetta semplice semplice.


Occorrente:

- 250 g di farina di farro (oppure 125 g di farina integrale e 125 g di farina di farro)
- 40 g di olio di semi di girasole 
- 290 g di latte vegetale (io utilizzo quello di soia)
- Un cucchiaio di zucchero di canna
- Un cucchiaio di liquore (non è obbligatorio ma non preoccupatevi, non ubriacherete nessuno!)
- Un cucchiaino raso di bicarbonato. 

Non c'è bisogno di utilizzare il frullino elettrico, una semplice frusta andrà benissimo, l'importante è che la pastella non sia né troppo liquida né troppo solida. Deve avere la consistenza di una crema morbida. Aggiustate con il latte se risulta essere troppo solida. Si mette la pastella nella macchina già calda e si attende (circa due minuti)  finché la spia non indica la fine della cottura. Noi le mangiamo a colazione  e/o a merenda con marmellate, crema di arachidi o di nocciole, cioccolato oppure sciroppo d'acero. Non le ho mai provate a fare salate ma il mio palato suggerisce che dolci siano la fine del mondo. Buon appetito! 

Photo by Shabby Chic Interiors. Don't copy or use without permission.


Inverno 2017, nuovi corsi

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Buon martedì freddoloso amici, oggi sono qui per dirvi le date dei nuovi corsi in programma di tecnica shabby e industrial chic. Non disperate se non sono ancora venuta nella vostra città, quest'anno ho intenzione di viaggiare spesso e perché no, potrei presto organizzare un mio corso vicino a casa vostra. Sicuramente la prima città in lista è Torino, sono ormai alcuni anni che per una ragione o per l'altra non riesco ad organizzare un corso nel capoluogo piemontese e il 2017 sento che è l'anno buono! ;) Un regalo che voglio farvi a inizio anno è quella di regalarvi il 15% di sconto sui corsi individuali o di coppia. Cosa aspettate a iscrivervi? Nel frattempo segnatevi queste date in agenda. 


  • 29 gennaio, Macerata
Quest'anno il corso si terrà presso il nuovissimo Lab del Baule dei Ricordi. Location ideale per affrontare la più estrosa delle tecniche di decorazioni: l'industrial chic. Ci si divertirà tra colori decisi (non preoccupatevi perché ci saranno anche le tinte più delicate), pennelli, paglietta d'acciaio e olio di gomito. Quest'ultimo lo dovrete mettere voi, ma al resto penserò tutto io!

  • 26 marzo, Bologna
Nuova data per il capoluogo emiliano. Anche in questa occasione si centrerà il lavoro sulla tecnica industrial chic perché è fresca, colorata e allegra. Ci incontreremo in quello splendido posticino che è il B&B Casa Vintage dove l'accoglienza è sempre impeccabile. Mentre io vi farò "sgobbare", Alessia vi coccolerà con i suoi manicaretti! 

  • 8 aprile, Milano
Non poteva mancare il canonico appuntamento presso lo Spazio Culturale MY G. Sono diversi anni che puntualmente torno a Milano da Yael. Tendenzialmente cerco di organizzare un corso verso l'inizio dell'anno e uno verso la fine in modo da coprire le tante richieste che mi arrivano dal capoluogo lombardo. In questo sabato avrete la possibilità di scegliere quale corso seguire. Preferite il classico stile shabby oppure l'industrial chic? Pensateci e poi ricordatevi di scrivere al mio indirizzo mail!

  • Corsi individuali o di coppia su appuntamento - sconto 15%
I corsi individuali o di coppia sono l'occasione ideale per chi vuole tuffarsi a capo chino nella tecnica shabby o in quella industrial chic. Una giornata di lavoro a tu per tu con il vostro mobile, le basi per queste speciali tecniche di decorazione, i trucchi e i consigli su come semplificare alcuni passaggi. Vi ricordo che questi corsi sono tenuti a Genova (o zone limitrofe). Potete decidere la data in cui preferite frequentare il corso e farlo sia durante la settimana che nel weekend. Approfittate dell'offerta, scade il 28 febbraio 2017. Per maggiori informazioni o iscrizioni scrivete al mio indirizzo mail: sarahtognetti@yahoo.it.


Photo by Shabby Chic Interiors. Don't copy or use without permission.

Buoni propositi per il 2017

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C'è una nota pubblicità che dice: "Gennaio è tempo dei buoni propositi, ma tu segui l'istinto". Ecco è quello che voglio fare nel 2017. Seguire il cuore, il corpo e meno la testa. Ascoltare quel sesto senso che per alcuni è innato, per altri invece va alimentato e scegliere una strada piuttosto che un'altra. Certo l'anno nuovo è sempre un nuovo inizio per tutti: agende scintillanti da riempire, pagine bianche ancora da scrivere e una lista di buoni propositi molto folta. Vorrei poi sapere quanti di questi "famosi buoni propositi" finiscono nel dimenticatoio (già a febbraio) e quanti invece vengono portati fino in fondo. Io ammetto di essere una di quelle persone che il secondo mese dell'anno ha già dimenticato la metà, ma che dico la metà, almeno 2/3 delle buone intenzioni. E che cavolo!

Però quest'anno lo sento davvero speciale. Lo sento diverso, ha uno strano odore, sa di nuovo. Avete presente le nuove macchine con quella puzza di plastica nauseante? Per un attimo facciamo finta che quella puzza non sia così puzza, ma sia solo profumo di nuovo. Ce l'avete fatta? Ecco, questo odore è quello che sento io. Lo sentite anche voi? Al diavolo i buoni propositi fasulli tipo: bere di più (acqua eh!), essere più magra (ah no questo non è un buon proposito, è un sogno), fare più movimento, andare a letto a un'ora umana, non dire parolacce… Io dico parolacce. Qui sul blog mi trattengo parecchio ma spesso mi verrebbe proprio da scrivere eccheca… tutto attaccato eh? Perché certe cose o le si dice bene o non le si dice per niente. 

Io vado a letto a delle ore inumane. Ieri notte ad esempio erano quasi le 4 di mattina quando ho spento la luce. Eppure sono andata a letto poco dopo l'una, ma cosa succede, succede che apro un libro e in tre secondi netti sono diventata l'agente segreto che deve scoprire un caso irrisolto da anni, la vampira innamorata del vampiro, la dama del '700 che deve affrontare le ire della famiglia perché lei alle regole della società non ci vuole stare... Questo è il mio modo di staccare la spina. Leggere è l'unico modo che mi permette veramente di interrompere i pensieri che tutto il giorno si accavallano tra loro. Sì da novembre vado a yoga, ma faccio yoga con una maglietta fighissima dei Metallica e una matita in testa, mi ci vedete? 

Photo by Federica Piccinini

E poi ho sempre diecimila idee in testa. Un giorno voglio (Sarah non si dice voglio, lo sai che l'erba voglio non cresce neanche nel giardino del Re?) imparare a guidare un aliante, la settimana dopo voglio partire per la Norvegia e quella dopo ancora immergermi con le razze. I libri mi aiutano a stare tranquilla, a contenere quel po' di vena frizzante che mi scorre nelle vene e allora ben vengano le tre di mattina e amen, a dormire c'è sempre tempo. Quindi come li vogliamo chiamare questi cavolo di buoni propositi? Li chiamiamo chimere? Oppure cerchiamo per una volta di essere più concreti e di stilare una lista a misura di noi stessi? Io l'ho fatto. Mi sono guardata nelle palle degli occhi e mi sono chiesta cosa volessi fare quest'anno. Questo è il discorsetto che mi sono fatta allo specchio:

  1. Voglio metterci di più la faccia. In questi nove anni di blog ho scritto una marea di pagine virtuali ma la mia faccia la avete vista poco (soprattutto negli ultimi anni). Mi nascondo felicemente dietro alle mie parole, timorosa di mostrare il mio viso, fondamentalmente perché da qualche anno a questa parte non riesco ad accettare più il mio corpo che è cambiato e come un ottimo centroavanti, dribblo macchine fotografiche e cellulari. Da quest'anno mi voglio impegnare e Sarah Tognetti uscirà allo scoperto. Giurin giurello!
  2. Voglio parlare di altre cose. Voglio esplorare nuovi argomenti. Basta scrivere solo di arredamento, case, stile shabby, nordico e via discorrendo. Provo una nuova ricetta di cucina? La voglio condividere con voi. Con questo non dico che il blog sarà un raccoglitore di qualsiasi cosa, no. Però collegandomi al primo punto, vorrei che fosse più legato alla mia persona e se un giorno provo un nuovo ristorantino vegano ve ne voglio parlare, se un altro giorno faccio un video alle mie bimbe, ve lo voglio far vedere. 
  3. Cominciare a girare video. Regolarmente. Dico sul serio eh? Non mi credete? Peggio per voi! ;) Babbo Natale (un po' in ritardo va bene ma è stato pur sempre Babbo Natale), mi ha portato una nuova reflex fighissima, anzi super fighissima e assieme mi ha regalato due obiettivi…come sono gli obiettivi? Fighissimi anche loro ovviamente. Sarebbe veramente un sacrilegio non utilizzare come si deve tutto questo po' po' di roba ed è così la mia scelta di girare video. E poi ho talmente tanti angolini nuovi da fotografare in casa e che voglio mostrarvi che non sto più nella pelle. 
  4. Ora vi faccio ridere. No vi prego non ridete, per me è una cosa molto seria. Fare più movimento. O meglio, fare movimento. E dai Sarah perché non ci aggiungi anche bere più acqua? Ok lo avete detto voi, aggiungo anche bere più acqua. In un raptus ho acquistato mezzo guardaroba Nike perché me Nike è il top e sognavo da anni di avere uno di quei leggins meravigliosi che indossa tutta 'sta gente figa su Instagram con 'sti culi pazzeschi (magari fa pure a me il culo pazzesco), ma sto aspettando una cosa, una sola cosa: che cali un po' il gelo. Alla mattina ci sono i pinguini fuori e se non ci sono loro c'è un vento che manco il tornado che porta via la casa di Dorothy era così infuriato. Non è procrastinare il mio. È solo attesa. Una  spasmodica attesa.
  5. Vi ho già stilato 4 buoni propositi meravigliosi, uno più bello dell'altro, volete anche il quinto? E no belli per chi mi avete preso? Io quattro ne ho scritti e quattro ne voglio portare a termine! Che il 2017 abbia inizio. (Sì lo so oggi ne abbiamo 20, ma siamo ancora a Gennaio quindi tutto vale!).
P.S. Avete visto il mio faccione? E pensate che queste sono foto vecchie di qualche anno, ma quando sono tornata a casa questa sera (era mezzanotte passata da poco), ho deciso che avrei scritto questo post, mi sono messa a cercare delle mie foto e porca paletta, non ho davvero trovato foto mie "aggiornate". Per lo meno non pubblicabili. Urge un cambiamento drastico. Prometto solennemente che mi impegnerò con serietà e costanza (io odio la costanza sappiatelo) nel cercare di portare a termine i miei buoni propositi. Voi siete i miei testimoni e vi do il permesso di rimproverarmi qualora andassi fuori strada. (In poche parole questa è una supplica, mi aiutate ad arrivare fino in fondo a questa cavolo di lista?).

P.S. 2 Ma perché stasera invece di scrivere questo post non sono andata a letto a leggere un libro?

Una casa che cambia

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Eccomi qui pronta per mostrarvi uno dei nuovi angolini di casa mia. Il mobile svedese già lo avevate visto (vi avevo raccontato la sua storia in questo post), c'eravamo lasciati a dicembre quando mi erano arrivati a casa degli scatoloni di Maisons du Monde contenenti i tavolini e la lampada, ma ancora non vi avevo svelato la mia scelta. Come ben sapete mi piace cambiare, anzi questa parola a volte è riduttiva per me. Il cambiamento non lo cerco, lo venero. Evviva le cose che cambiano, evviva le persone e le idee che cambiano. Dicevo, negli ultimi mesi la mia casetta è cambiata davvero tanto, ho voluto donargli un'aria più giovane e contemporanea aggiungendo ai mobili d'epoca qualcosa di più fresco.

Anch'io mi sento diversa dalla Sarah di qualche mese fa e ho sentito il bisogno che il mio nido, la casa che mi accoglie tutti i giorni, mi rappresentasse in pieno. Oggi lo fa con un mix di stili: passando da quello nordico, allo stile industriale, toccando il country e l'immancabile stile shabby. A scriverli e a leggerli viene quasi da girar la testa, ma tutti questi mobili così diversi tra loro hanno comunque un legante, un qualcosa di armonico che li fa risaltare insieme. Così per il mio nuovo salotto (questa settimana mi arriverà anche il divano nuovo), ho scelto due tavolini in metallo dall'effetto anticato di Maisons du Monde e la lampada Archy sempre di Maisons du Monde, anche lei nera e bellissima. Io la adoro!

Avete notato la lampada in vetro posata sul mobile svedese? Ve la voglio mostrare per intero la prossima volta, mi sono accorta solo ora che in queste foto non si vede bene. Ho recuperato una vecchia damigiana, l'ho fatta forare (a Genova l'unica vetreria che offre questo tipo di servizio si trova in Via della Fenice, da Industria Specchi e Cristalli) e ho sistemato un cappello bianco recuperato da non so dove. Quel tocco di verde mi piace un sacco. Valentina mi ha aiutata a scegliere cosa sistemare sopra al mobile, ma soprattutto mi ha aiutata nel scegliere la disposizione delle cornici in una delle pareti del salotto. Che ovviamente non ho fotografato ecchecavolo

Appena avrò il nuovo divano, vi fotograferò il salotto per intero. Qualcuno di voi mi ha chiesto di aggiungere più foto così da capire meglio la sistemazione dei mobili. Prometto di farlo. Magari vi faccio fare un home tour in video cosa ne dite? Vi piacerebbe l'idea? Devo solo trovare il giorno in cui la casa è perfetta, io sono appena uscita dal parrucchiere, ho la manicure appena fatta e… va bene, va bene la smetto di cercare scuse. Da qui al 2020 prometto di farvi fare un giretto nella mia casetta, così va meglio? ;) 

P.S. Non dovete perdere assolutamente il post di venerdì. C'è una mega sorpresa per voi che vi aspetta! 

Photo by Shabby Chic Interiors. Don't copy or use without permission.

Un regalo tutto per voi

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Buongiorno amici è finalmente arrivato il venerdì, finalmente per tanti motivi: in primis il weekend è alle porte e come secondo motivo, oggi è il giorno della sorpresa. Vi ricordate? Nello scorso post vi avevo accennato a una sorpresa che vi avrei fatto ed eccomi qua come promesso! Era da tanto tempo che volevo farlo ma tra una storia e l'altra ho dovuto ahimè sempre rimandare. Come ben sapete (beh giustamente qualcuno potrebbe non saperlo), il 5 gennaio il blog ha festeggiato 9 anni. Inoltre la pagina Facebook di Shabby Chic Interiors ha superato i 30.000 like e il mio profilo Instagram è arrivato a quota 20.000 (quasi 20.300 per l'esattezza) e questo mi dà tanta gioia. Gioia perché se mi guardo indietro e vedo la strada che ho fatto, per una volta nella vita posso dire di essere orgogliosa di me e se guardo avanti sono positiva perché con un nuovo progetto (che non c'entra nulla con questo blog, anche se sempre di blog si tratta…), mi è tornata una grande energia e voglia di fare.

Quindi amici oggi voglio festeggiare con voi che mi seguite da tanti anni, che mi sostenete o anche solo mi tenete compagnia in questo percorso professionale e non solo. Oggi voglio farvi un regalo e lo voglio fare nello stile che più mi rappresenta e che tanti di voi amano ancora follemente. Un giveaway per ringraziarvi di cuore perché in nove anni mi avete regalato davvero tanti sorrisi. Grazie!

Inizialmente avevo pensato di mettere tutti i regalini all'interno di una scatola e poi mi sono detta: "Perché il contenitore deve essere una brutta scatola di cartone? Vorrei che anche lui fosse un bel regalino". E così ho pensato di inserire il tutto in un cestino da picnic. Sì lo so, questo non è periodo di picnic ma la primavera arriverà no? Ecco cosa contiene il giveaway che ho pensato per voi:


  • Un cestino per picnic in vimini 
  • Due cornici in legno pitturate di bianco con passe-partout e stampa di fiori
  • Un notebook firmato Shabby Chic Interiors 
  • Una coppia di maniglie a forma di rosa
  • Un libro The Swedish Room

Come fare per poter vincere questi premi? E fino a che giorno si può partecipare?


  • Dovete attendere il momento in cui sul mio account Instagram caricherò una foto del concorso
  • Seguire il mio profilo Instagram
  • Taggare 2 amici in un commento sotto la foto 
  • Repostare la foto taggando @shabbychicinteriors per avere più possibilità.
  • Avete tempo dal 27 al 30 gennaio

Sceglierò una persona fra tutti i partecipanti, quella che mi farà venire voglia di farle recapitare i miei regalini. Pronti per partecipare? Fra poco caricherò la foto, abbiate ancora un po' di pazienza, avete tempo fino a lunedì sera a mezzanotte. Martedì mattina proclamerò la vincitrice o il vincitore. Buon fine settimana a tutti! :)

Photo by Shabby Chic Interiors. Don't copy or use without permission.

Sognando una nuova cucina

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Due giorni ho postato un pensiero sulla mia pagina facebook (veramente è più un tarlo che mi assilla da giorni) che diceva più o meno così: Aiuto ho voglia di cambiare la mia cucinaaa! Le tre A in questo caso servono per far capire il mio urlo di disperazione…e soprattutto quello di mio marito. Qualche sera fa eravamo stravaccati sul divano e i miei occhi facevano la spola tra il cellulare che tenevo in mano e la cucina. Continuavo a girare la testa in un gioco ipnotico quando Gigi mi chiede: "Tutto bene? Che c'é?", ignaro ancora della risposta che gli avrei dato. Ancora cercavo di non arrivare al nocciolo della questione sfuggendo alla domanda con un'altra domanda: "Senti ma…secondo te quanto costerebbe far cambiare il top della cucina con uno in marmo di Carrara?". Al che Gigi, il mio santo marito, comincia a storpiare la bocca e a strizzare gli occhi in una smorfia che è tutta un programma e che solo io riesco a decifrare. Con lo sguardo mi avrebbe detto, ma sei matta? (foto caopertina)

Non è questione di essere matti o meno, secondo me è una vera malattia. Potrebbe venire a chiunque eh quindi attenti anche voi, magari solo leggendomi ve la potrei attaccare un po', ma ho dedotto che questa peculiarità autolesionista colpisce soprattutto le cosiddette interior bloggers. Bella fregatura! Forse (e dico forse) se avessi continuato a fare il tecnico di laboratorio ne sarei stata immune. Ci credete? Io per niente me la sto raccontando da sola. Il problema è che mi innamoro facilmente (di certi arredamenti eh non di uomini) e se mi innamoro sono cazzi per tutti. Per mio marito in primis. Cosa mi ha fatto innamorare, battere forte il cuore e mi ha fatto perdere ben due ( e dico DUE) notti insonni nel cercar di capire come avrei potuto rivoluzionare la mia cucina? Quella disgraziata di Beth Kirby, l'autrice del meraviglioso blog Local Milk


Disgraziata perché come si dice a Roma me sto a rosicà dde brutto! E questo rende pienamente l'idea di come mi sento in questi giorni. Sento proprio un malessere generale che mi ha colpito come un mattone in testa: fiacchezza, gambe pesanti, mal di testa, apatia. Tutto questo perché ho capito in cuor mio (non sono del tutto deficiente evidentemente) che è impossibile stravolgere la mia cucina per cercare di farla assomigliare, anche solo di poco, a quella di Beth. Cioè ma avete visto quel marmo bianco quanto è bello? E non venitemi a dire che è delicato e si macchia perché non me ne fregherebbe niente. E quelle mensole in legno? Adoro. E la cucina? Vogliamo parlare della sua cucina elettrica? La produce un'azienda francese chiamata Lacanche e costa solamente 13.850 dollari, una bazzecola! 

Anche le pareti grigio chiaro decorate con lo stucco veneziano sono bellissime, le trovo di uno stile unico. Merito dei designer Percy Bright e Tara Mangini di Jersey Ice Cream Co. che hanno saputo trasformare le idee di Beth in qualcosa di reale. E poi vogliamo parlare del lavandino in ceramica? E del rubinetto? E del marmo bianco? Ah no quello l'avevo già detto. E le pentole e i pentolini in rame e in vecchi taglieri di legno sparsi per la cucina? No vabbè potrei stare qui ancora per un po' a farvi l'elenco delle cose che mi piacciono. Perfino Beth trovo che sia una donna ricca di fascino. 

La volete sapere un'ultima cosa? Ho trovato un oggetto che Beth possiede e che fra qualche settimana (non appena mio papà mi verrà a trovare) possederò anch'io. Facciamo un indovinello o preferite il gioco acqua, fuochino, fuoco? Dai vi do qualche indizio. Allora prima di tutto è un oggetto che si trova in cucina. Sono spiritosa eh?! ;) Ok ok, allora si tratta di un vecchio oggetto che originariamente svolgeva una funziona completamente differente da qualsiasi oggetto che si può trovare in cucina, infatti il suo ambiente non è né la cucina né la casa. E no, non è una pianta. Ci siete arrivati? Dai vediamo se lo avete capito e rispondetemi qui sotto nei commenti. Io vado a sognare ancora un po'! 

Photo by Beth Kirby

Frequentare un corso shabby

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Qualche settimana fa vi avevo accennato le nuove date dei corsi e oggi sono qui a ricordarvi i prossimi appuntamenti in programma. Prima di darvi le date però, voglio rispondere a una domanda: perché frequentare un corso di tecnica shabby (o industrial chic)? Sembrerà strano a dirsi ma ci sono ancora tante persone che stanno avendo un primo approccio con lo stile shabby proprio ora (beh insomma magari non proprio in questo momento!) e magari pensano che basti pitturare un mobile di bianco per renderlo shabby oppure che un arredamento dai toni chiari sia sinonimo di stile shabby. Voi che mi leggete da tanto tempo conoscete la differenza ma non è giusto dare per scontato certe informazioni così eccomi qua a rispondere a qualche domanda e se tra i commenti volete aggiungerne altre, oggi mi trovate attaccata al computer quindi sono tutta per voi.

Quasi tre anni fa scrissi un post sul vero stile shabby. Consiglio ai "neofiti" di questo stile una letta veloce giusto per farvi un'infarinatura generale e capire il significato di cosa significhi veramente shabby. Mi piace ricondividere vecchi articoli con voi perché anche se sono passati alcuni anni, trovo che siano contemporanei e spesso utili, come in questo caso diciamo. Apro e chiudo una piccola parentesi: prometto che presto aggiungerò al blog l'archivio dove potrete andarvi a spulciare tutti gli articoli passati, chiusa parentesi. Avete letto il vecchio post che ho linkato? Bene, ora posso rispondere alla domanda perché frequentare un corso di tecnica shabby.

1) Perché lo stile shabby vi piace tanto, anzi no vi fa proprio impazzire e vorreste cambiare tutta casa.
2) Perché volete passare una giornata in compagnia e conoscere altre persone con la stessa vostra passione.
3) Perché state cercando un hobby che vi tenga le mani occupate.
4) Perché state "mettendo su" casa e i mobili della nonna che vi hanno regalato zii/genitori/nonni non vi piacciono ma volete dargli un altro aspetto.
5) Perché pensate che questo mestiere possa essere il vostro futuro e tuffandovi in una giornata con me potrete avere le basi per farlo.
6) Perché avete la cantina/soffitta/garage piena di mobili e vi piacerebbe cambiargli look per provare a rivenderli.
7) Perché avete un negozio di arredo e complementi shabby e imparare questa tecnica vi tornerebbe utile per il vostro lavoro.
8) Perché nella vita avete partecipato a tantissimi corsi e quindi perché no, il corso di tecnica shabby è quello che vi manca.
9) Perché vostro marito/fidanzato pensa che lavorare il legno sia una cosa per soli uomini e volete fargli capire (con le buone) il contrario.
10) Perché nelle domeniche in cui ho organizzato i corsi non avete impegni e decidete di tuffarvi in questa avventura. 

Sono dieci motivi, alcuni buffi altri meno che vi possono spingere a partecipare a un corso di tecnica shabby. Perché non iscrivervi? Buttate le basi per il vostro futuro e passate una giornata con me. Vi svelerò tutta la mia esperienza di questi anni, non ho segreti da nascondere anzi penso che i corsi in cui ci si iscriva e si torni a casa sapendo meno di prima, siano deleteri e non dovrebbero esistere. Inoltre a fine giornata vi regalerò una speciale dispensa studiata appositamente per i partecipanti del corso che vi sarà utile per ricordarvi, una volta a casa, tutti i passaggi che si devono eseguire per trasformare un mobile. Siete ancora indecisi a iscrivervi? 

Io vi aspetto:

  domenica 30 ottobre a Genova
  domenica 13 novembre a Milano
  domenica 27 novembre a Bologna
  domenica 4 dicembre a Roma
  domenica 29 gennaio a Macerata

Per maggiori informazioni e iscrizioni contattami via mail: sarahtognetti@yahoo.it
P.S. Se mi avete scritto nei giorni scorsi per avere informazioni sui corsi vi risponderò prestissimo, promesso! :)

Photo by Ilaria Chiaratti. Don't copy or use without permission.

Una nuova zona pranzo

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Vi ricordate che lo scorso dicembre Babbo Natale mi ha portato un regalo super? Beh sì non era proprio dicembre (è arrivato il mese scorso quel disgraziato), ma l'attesa ne è valsa la pena. Mi ha portato una nuova "macchinina fotografica" e scattare adesso è ancora più divertente. Vi avevo promesso che non appena ne avrei avuto l'occasione vi avrei mostrato i cambiamenti che sono avvenuti nella mia casetta. Complice un mazzo di tulipani bianchi ho scattato qualche foto per farvi vedere le modifiche che abbiamo apportato alla zona pranzo. Pronti per il mini tour?

Era da parecchio tempo che volevo comprare delle sedie (lo sapete anche voi, quanto vi ho rotto le scatole?) e negli scorsi mesi, grazie a un'offerta su questo prodotto abbiamo acquistato tre sedie Ikea PS 2012. Sono moderne e totalmente nere come altri elementi che ho in casa e aggiungo che sono anche comodissime. Noi le usiamo con dei cuscini (in foto non li vedete perché in quel momento erano in lavatrice) e Mathilde e Gigi, i due che siedono da quel lato, sembrano essere soddisfatti. 

Io e Bea invece non abbiamo sedie. Come non avete sedie? No, non le abbiamo semplicemente perché ho deciso che era giunto il momento di costruire qualcosa e quel qualcosa è stata una panca fighissima che sognavo da tempo. Oh quanto sono felice della mia panca. Il mio "spacciatore di assi da ponteggio" nonché vicino di casa anche questa volta si è meritato un premio. Come farei senza di lui a realizzare tutto ciò? Mio marito alias Geppetto sta diventando sempre più bravo! Per il momento ho pitturato la struttura inferiore dello stesso colore del tavolo (lasciando la seduta naturale), ma mi piacerebbe aggiungerci un travetto tra le gambe della parte più corta in modo da copiare il disegno del tavolo. Appena ne avremo voglia lo faremo, per ora ci godiamo la panca così com'è.

Lo so, lo so nell'angolino a fianco alla porta avete visto altre "cosine nuove". Noi lo abbiamo chiamato l'angolo della musica ma non posso farvi vedere tutto oggi altrimenti che gusto c'è! ;) E poi avete visto la novità delle novità? Ci sono anch'io in foto! Il punto n.1 della mia lista dei buoni propositi diceva così: metterci di più la faccia. Ebbene ecco il mio faccione in tutta la sua prosperità! Non vi dico quante foto ho scattato per tenere quelle due misere immagini in cui mi vedete, ma ve lo potete immaginare vero? Eh no questa ho la faccia da panda; in questa sembro un cane bastonato; qua sembro una balena; qua la cugina di Moira Orfei; questa è troppo scura (cazzo però mi piacevo); questa è mossa… e così via per un'ora! Buon fine settimana a tutti. 

Photo by Sarah Tognetti


Un divano nuovo per il mio salotto

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Oh che bello vedere la mia casetta quasi finita! Cosa manca per terminare i lavori? Devo rivestire ancora una delle due poltrone bergère, devo rifinire il battiscopa sotto alla consolle nell'angolo della musica, trovare due stampe carine per due cornici in salotto (mi piacerebbe mettere in una cornice un mio disegno e nell'altra stampare una bella frase) e per finire ritoccare la panca da poco realizzata. Direi che siamo a cavallo no? Posso anche dirvi che mi è passata la voglia sfrenata di cambiare cucina (per la felicità di mio marito) e che adesso sono più tranquilla. Quanto durerà questa pace? Non mi è dato saperlo.

Ho il nuovo divano, il salotto è praticamente finito, così dopo mesi, ma che dico mesi forse erano addirittura anni, riesco a farvi vedere questa parte di casa che fotografavo ben poco. Eravate curiosi di conoscere il modello del nuovo divano preso, beh innanzitutto sapevate già che avrei scelto un divano di Ikea e non me ne voglia chi non apprezza il marchio svedese perché io l'adoro. Il divano letto che avevamo prima era anch'esso Ikea e dopo quasi quattordici anni era praticamente perfetto. L'ho voluto cambiare più che altro per un fattore estetico e di praticità in quanto il nuovo modello ha una chaise lounge che per noi è una manna piovuta dal cielo. 

Il modello fa parte della serie Söderhamn, acquistato nel colore bianco. Lo avevo visto la prima volta (e provato) a casa di Ilaria e successivamente a casa di Valentina e me ne ero subito innamorata. È un divano componibile e ho scelto due sedute di cui una, come prima vi dicevo, chaise lounge. Ha un solo bracciolo (anche se volendo potete acquistarli entrambi oppure neanche uno) ed è di una comodità pazzesca. Adesso voglio solo comprare qualche bel cuscino e renderlo più originale cambiandogli i piedi. Ammetto che questi cromati non sono proprio il mio forte. Tempo fa, sempre Valentina mi aveva parlato del sito Pretty Pegs dove si possono acquistare pezzi spiritosi e originali per modificare i mobili Ikea. Quelli che piacciono a me costicchiano parecchio (70 euro la coppia e a me ne servirebbero 8 pezzi in totale), siccome non ho assolutamente voglia di pagare metà cifra spesa nel divano nei nuovi piedi, sto cercando una soluzione molto più economica. 

Al momento ho trovato un piede carino da BricoMan, pagato la bellezza di 2 euro (scorrete le foto e lo vedete). Non ho ancora provato se il passo per la vite è lo stesso del divano (credo di no purtroppo), ma anche se non fosse devo trovare in qualche modo una soluzione per "ficcarci" quel piede perché innanzi tutto è troppo carino, poi perché costa solo 2 euro e infine perché il legno naturale riprende il legno della zona pranzo, insomma i perché positivi sono tutti giusti e non posso desistere. Altra novità è il mobile in metallo della collezione Ikea PS che ho sistemato dietro al divano. Sembrano fatti per stare insieme! 

Cosa ne dite vi piace? La Ellie sembra essere molto felice del nuovo arredamento! :) Presto vi mostrerò l'angolino della musica e appena finito il disegno e stampato la frase che metterò nelle due cornici vuote, li fotograferò per un nuovo post. Prima di salutarvi però voglio mettervi una pulce nell'orecchio: non dovete perdere assolutamente il post di venerdì. C'è una nuovissima rubrica che vi attende. Una rubrica dedicata ai sognatori, ma anche dedicata a chi ha visto avverare i propri sogni. Dedicata a noi donne perché si sa, the future is female. Una rubrica che farà il giro del mondo, è proprio il caso di dirlo e che ci racconterà…oh beh non posso dirvi proprio tutto eh! 

Photo by Sarah Tognetti

Una nuova rubrica: italiane all'estero

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Sono emozionata, sono felice anzi sono entusiasta di dare il via a questa piccola rubrica. Tutto parte da un sogno: il mio, quello di mio fratello e quello di mia mamma. Un trasferimento in un altro Paese, un'attività che ci vede riuniti, tante idee e progetti… Forse sarà un sogno di quelli che rimarranno per sempre nel cassetto oppure no, chi lo sa. La mia testa è sempre in movimento e quando c'è di mezzo una cosa così grande come questa le notti non servono per dormire ma per sognare (e poi il sonno col cavolo che arriva!). Con tutta l'adrenalina che hai accumulato in corpo, il sole ti dà il buongiorno che tu non hai ancora chiuso occhio. Amo questa sensazione!

Così nasce l'idea di questa rubrica: Italiane all'estero. Una rubrica dedicata ai sognatori come me, ma dedicata anche a chi ha visto realizzati i propri sogni. Una rubrica che parla di trasferimenti, di donne coraggiose, soprattutto di donne, the future is female! Ci saranno tanti racconti, esperienze e storie di chi è partito dall'Italia. Com'è la vita all'estero? Ma sopratutto com'è la vita di una creativa all'estero? Un appuntamento fisso ogni venerdì, per dieci settimane. Ci saranno Chiara, Federica, Ilaria, Claudia, Elena e tante altre ragazze che per una ragione o per l'altra si sono trasferite all'estero. 

Attraverso interviste e foto vi racconteranno la loro storia: dal trasferimento alla burocrazia di un altro Paese diverso dal nostro. Dal tipo di rapporto che hanno gli stranieri con il lavoro al momento più bello vissuto in quel Paese. Una rubrica che racconta la vita vera, non patinata, non sotto luci artificiali, ma raccontata a cuore aperto da chi ha vissuto lo stravolgimento di una vita che solo un trasloco "fuori porta" può portare. Una rubrica che racconta, spiega, informa, invoglia e fa sognare. Italiane all'estero torna venerdì prossimo con la primissima intervista. Non vedo l'ora! :)


Il regno della casa? La cucina

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C'è aria di novità all'orizzonte. No no, l'arredamento di casa mia è sempre lo stesso (per ora), sto parlando di un'idea che nasce in famiglia e che si sta trasformando in un bellissimo progetto. Posso dire che è bellissimo e sono super eccitata? Dovete credermi sulla parola. Va bene dai vi do un piccolo indizio: the vegan family, non posso dirvi altro eh! ;) Rimanendo in tema di cucine (se avete aperto il link capirete perché), anche oggi come due settimane fa (la cucina meravigliosa di Local Milk ricordate?), ve ne mostro una che mi piace un sacco. 

Ebbene oggi entriamo nel regno di Skye McAlpine, cuoca e scrittrice trapiantata a Venezia. Scrive sul suo blog da quasi tra anni, posta ricette e foto veramente belle di cibo e scorci della laguna.  Vive tra Londra, dove lavora il marito e Venezia, la sua città del cuore che da anni continua a regalarle tanta  ispirazione per la sua cucina e dove lascia sempre il suo cuore ogni volta che se ne allontana. 

La cucina che vedete in queste foto è quella della casa di Londra. Si tratta di un appartamento in Stile Vittoriano che ha finito di ristrutturare sei anni fa. Racconta che ama ricevere ospiti, gli amici invitati invitano a loro volta altri amici e si sta tutti assieme nel soggiorno adiacente la cucina. Quando hanno festeggiato l'ultimo compleanno di suo figlio Enea, hanno spostato tutti i mobili del salotto in giardino cosicché i bambini fossero liberi di correre e mangiare torte. 

Di questo ambiente mi ha colpito due cose, anche tre o quattro veramente. Beh sicuramente la prima cosa che ho notato e che mi ha fatto fare gli occhi a cuoricino sono state le mensole fate con le vecchie assi da ponteggio (vi ricorda per caso qualcosa?) su cui ha disposto una marea di barattoli in vetro contenente spezie, farine e chi più ne ha ne metta. La seconda cosa che ho notato e che secondo me è uno degli ingredienti principali che ha reso unico questo ambiente è la decorazione delle pareti. Anche la scelta del colore è azzeccatissima. 

Il rose delle pareti fa risaltare la boiserie in legno panna e le pentole di rame. Adoro! Non mi sono mai piaciute in verità le pentole in rame. Forse mi ricordavano le case vecchie di campagna e tutto quel rame brunito appeso che fa tanto casa della strega, ma ultimamente le sto apprezzando sempre più, tanto da cercarle su Amazon e "infilare" una cosa come ben quindici pentole nella lista dei desideri. Le mezze misure non fanno per me! L'ultima cosa che mi ha colpito (ma che ve lo dico a fare, tanto lo sapete già!) è il piano in marmo di Carrara. Amo! E a voi piace questa cucina? Oh però non cominciate a fare commenti del tipo: "Ma la polvere?". Noi italiane (anche se io mi escludo da questo gruppo) siamo ossessionate dalla polvere. 




Italiane all'estero: Chiara C. Santamaria

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Buongiorno amici! Oggi sono molto felice ed emozionata nel cominciare a tutti gli effetti la rubrica italiane all'estero. Venerdì scorso vi avevo parlato di questa mia nuova idea di intervistare donne italiane che per una scelta o per l'altra si sono trasferite all'estero. Donne italiane ma soprattutto creative, che hanno conosciuto due modi di vedere il lavoro, due burocrazie diverse, due mondi a volte opposti. Artiste, blogger, professioniste che si sono fatte una vita fuori dall'Italia e ne hanno assaggiato i pro ma anche i contro. 

Bene, vogliamo cominciare? La nostra primissima intervistata è Chiara Cecilia Santamaria, conosciuta per il suo famoso blog Ma che davvero. Chiara oltre a essere una blogger affermata è anche autrice di libri, il suo ultimo romanzo s'intitola Da qualche parte nel mondo edito da Rizzoli. È stata vincitrice di molti premi importanti tra cui il premio Macchianera Italian Awards, il premio Skyscanner Travel Bloscars e il premio Hostelworld Travel Blogger Awards. Ha lavorato per Gioia, Repubblica, Donna Moderna, Glamour, Io Donna e tantissimi altri magazine tenendo rubriche o scrivendo articoli. Sono davvero onorata di averla in questa rubrica, ecco la sua intervista.

Chiara in quale città del Pianeta hai deciso di trasferirti? Per quale motivo hai scelto proprio quel posto? 
Vivo a Londra da cinque anni. Abbiamo deciso di trasferisci quando mio marito ha avuto un'offerta di lavoro qui. Io, che sono freelance, per fortuna posso lavorare ovunque quindi per me non sarebbe stato un problema, semmai un'opportunità. Ci abbiamo pensato un po' e hanno prevalso curiosità, voglia di metterci alla prova, desiderio di fare un'esperienza all'estero e soprattutto la possibilità di crescere Viola, nostra figlia, bilingue. 

Come ti sei preparata psicologicamente al trasferimento?
Ho letto molto sul blog e siti ma soprattutto parlato con amici e "amici di amici" già a Londra. Essendo una città meta di molti italiani, chiunque ha almeno un amico qui ed è facile trovare persone con cui fare due chiacchiere in proposito. Siamo andati noi tre, io, lui e Viola.

Burocraticamente parlando l'Inghilterra l'hai trovata molto diversa dall'Italia?
È sicuramente molto diversa… ma in positivo! Tutti i processi sono più facili e veloci. Per fare un esempio: quando persi la patente italiana, alcuni anni fa, pensavo di doverla rifare in Italia. Feci un pellegrinaggio di due giorni tra commissariati, ufficio postale, anagrafe e motorizzazione per radunare tutti i documenti richiesti, per poi venire a sapere che, contrariante a quanto mi avevano detto in commissariato, non avrei potuto rifarla in Italia. Tornata scoraggiata in UK ho scoperto che qui bastava radunare tre documenti e mandarli via posta. Dopo due settimane, senza aver fatto nemmeno una fila o aver peregrinato per uffici, ho ricevuto a casa la mia patente nuova.


Che tipo di rapporto hanno i londinesi con il lavoro?
Molto serio e professionale, ma anche possibilista e "mobile". Credo derivi sia dal fatto che qui c'è molta offerta per chi è preparato, sia dal fatto che fin da giovanissimi sono messi di fronte a grandi responsabilità. Nel bene e nel male! Non è raro vedere un ventitreenne manager come non lo è vedere che il medico responsabile al Pronto Soccorso ha praticamente appena passato la maggiore età e forse sei il suo secondo paziente…

Pensi che un lavoro creativo sia concepito alla stessa maniera in Inghilterra che in Italia?
Qui ho trovato molto più rispetto per il lavoro creativo, ad esempio - parlo per il mio settore - il mondo dei blogger è estremamente rispettato e trattato professionalmente. Questo avviene da entrambe le parti, ovvero anche da parte dei blogger c'è molta meno approssimazione. In generale comunque questa è la patria europea delle startup, ci sono incubators e coworking ad ogni angolo, quindi la creatività è assolutamente incoraggiata e valutata!

Ci racconti la tua esperienza lavorativa a Londra?
In realtà io ho sempre continuato a fare il mio lavoro, Londra è solo un nuovo ed interessante background che mi dà tantissimi spunti e idee.


Qual è stato il momento più bello che hai vissuto in quel Paese?
Tantissimi. Solo per citarne alcuni: conoscere gente interessante da tutto il mondo, le prime recite in inglese di mia figlia e sentire il suo accento super British, aver lavorato per un mese nello studio di un'artista esposta alla Tate Modern, aver fatto una performance in un grande teatro al centro di Londra, aver fatto un pitch della mia idea di startup davanti ad una platea di dirigenti Google, essere stata ad anteprime internazionali, aver visitato posti meravigliosi dentro e fuori Londra… Insomma, per quanto molto faticosa, è una città che mi ha dato tantissimo.

E lavorativamente parlando qual è stato il lavoro più gratificante e speciale? 
Probabilmente tutte le volte in cui sono stata invitata in grandi uffici di brand internazionali dove aspiravo a lavorare da ragazza e poi sono riuscita a collaborare con loro per piccoli o grandi progetti. Qui incontri veramente persone incredibili, e personalmente ho trovato meno difficile fare due chiacchiere qui con gente ad altissimi livelli in società dai grandi nomi che con gente meno importante in uffici più piccoli in Italia. Qui esiste la cultura del "se qualcuno chiede, è educazione rispondere" e spesso sono riuscita a parlare con persone che stimavo semplicemente scrivendo loro che mi sarebbe piaciuto incontrarle per chiedergli alcuni consigli. Sembra assurdo, ma alcune hanno accettato!

Un'ultima domanda. Se ti chiedessi di descrivere con tre parole positive e tre parole negative (se ce ne sono ovviamente) la tua vita nel Regno Unito, quali sceglieresti?
Positive: ispirazione, possibilità, bellezza. Negative: solitudine, chiusura, clima. Nessun posto è perfetto! :)

Con queste ultime parole l'intervista si conclude qui. Un grande ringraziamento ancora a Chiara per la sua disponibilità. Vi ricordo che se volete seguirla e conoscere di più sulle sue avventure a Londra, potete leggere i tanti articoli dedicati esclusivamente alla sua città. State pensando anche voi di trasferirvi nella capitale britannica? In questo video, Chiara, con una breve panoramica, vi racconta com'è vivere a Londra. Avete figli e sognate un trasferimento oltremanica? In quest'altro video Chiara vi racconta com'è il sistema scolastico inglese: pro e contro di un'istituzione completamente diversa dalla nostra. Mi auguro che il primo appuntamento di questa piccola rubrica vi sia piaciuto. Spero di avervi fatto sognare almeno un pochino e ricordatevi che a volte i sogni non sono solo desideri, alcuni si realizzano! 


Hygge: l'arte del vivere bene

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Sono sicura che avrete già sentito o meglio letto, questa nuova parola entrata a far parte del nostro quotidiano. Non sapete cosa significhi Hygge? Per capirlo bene bisognerebbe chiederlo direttamente ai danesi, sono loro che lo hanno inventato, non è quindi una parola inglese come molti pensano. Infatti la sua pronuncia è una cosa tipo hoo-gah. È talmente danese che non si può tradurre ma è semplicemente l'arte del vivere bene, la sensazione di felicità che deriva dallo stare insieme alle persone care in un atmosfera accogliente. Avete presente la sensazione di pace che proviamo quando stiamo acciambellati sul divano, camino acceso, tutona felpata (o direttamente "impigiamati"), tazza di tè fumante in mano e libro nell'altra? Ecco questo è senz'altro molto hygge. (foto copertina)

Hygge è un fenomeno in grande crescita, pensate che nell'ultimo anno sono usciti più di 20 libri dedicati a questo stile di vita. Solo per citarne alcuni c'è Hygge. La via danese alla felicitàIl metodo danese per vivere felici e Hygge. Il metodo danese dei piaceri quotidiani. Qualcuno di voi li ha letti? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate. Su Instagram ci sono almeno un milione e mezzo di foto con hashtag #hygge e i moodboard su Pinterest hanno registrato un aumento del 285% da un anno all'altro. Effettivamente oggi giorno c'è più voglia di stare bene e di ricerca del benessere, il paradosso è che lo si fa stando connessi ad un computer o ad uno smartphone e l'essenza di questo stile di vita è tutt'altra cosa. 

La ricetta per la felicità? Pare che i danesi ce l'abbiano da sempre, non a caso la Danimarca, secondo sondaggi condotti dall'ONU, si trova in cima alla lista degli Stati più felici al mondo. A me ricorda molto lo slow life: un modo di vivere lento godendosi e degustando la vita. Ma lo stile danese non è solo questo, ok la vita si assapora a pieno, ma lo si fa con le candele accese. Il ritmo è più lento, lo stress si allontana, ma lo si fa circondandosi di amici (possibilmente fighi), calzettoni morbidi e coperte di lana. La domanda sorge spontanea: e se con me porto la coperta di nylon di Ikea non è considerato Hygge? 

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Scusate il sarcasmo, ma sono abbastanza scettica su queste nuove parole che tutto a un tratto si trasformano in paroloni alla moda e se non sai neanche cosa significa hygge, beh allora peggio per te. I mass media ci hanno messo lo zampino e hanno tolto poesia dove evidentemente ce n'era veramente. Sono convinta che tanti di noi praticano già questo stile di vita senza però sapere che quello che facevano aveva un nome. Ad esempio io appena rientro in casa cerco di mettermi comoda e lo faccio infilandomi in una tuta (più vecchia è meglio è), morbidi calzini e se posso mi concedo una tisana calda ( a qualsiasi ora). Beh sì le candele le accendo di solito per un'occasione speciale ma la ricerca dello stare bene è insito in me da molti anni come penso lo sia in molti di voi da tanto tempo.

Questa parola danese è stata idealizzata dagli inglesi e poi dagli americani traducendola in cibo, moda, design, musica, vacanze, libri, hotel... tutto sembra essere ormai hygge. Ma hygge non significa vacanze da sogno in hotel di lusso no, non significa vestiti firmati e coperte di cachemire che costano un occhio della testa. Hygge è alla portata di tutti, la sua essenza non è prerogativa esclusiva di nessuno. Tutti noi abbiamo amici a cui vogliamo bene e con cui stiamo bene insieme. Tutti noi sappiamo come stare bene e cosa ci fa stare bene. È il tempo che spesso ci mette i bastoni tra le ruote. Dovremmo solo imparare a dedicarci più tempo. Dovremmo essere forse più consapevoli che la vita è una, il nostro tempo su questo pazzo mondo non è infinito e noi non siamo eterni. Quando lo avremo capito, forse potremmo vivere hygge. Sempre che non sia già passato di moda s'intende.

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