Avete presente la canzone di Sergio Endrigo "Per fare un tavolo, ci vuole il legno..."? Da questo presupposto sono partita per progettare il mio tavolo di casa. D'altronde cosa avrei potuto utilizzare se non il legno? Sapete quanto io ami questo materiale. Ma che maleducata che sono, nella fretta di mostrarvi il reportage sulla realizzazione del nostro tavolo, non vi ho nemmeno salutato. Buongiorno amici, avete passato un buon weekend? Ieri è stata una domenica piena per noi: Beatrice ha vinto la sua terza gara di Ju-Jitsu e complice la bellissima giornata di sole, abbiamo pranzato sulla spiaggia. Ma vogliamo continuare a parlare del tavolo? Non resisto un secondo di più, voglio farvi vedere tutti i passaggi e raccontarvi il nostro progetto.
Era già da un pò di tempo che cercavo un tavolo per il mio soggiorno. Lo cercavo abbastanza lungo da poterci mangiare tranquillamente in dieci, farci i compiti, disegnarci, starci al computer, in pratica un tavolo da vivere. Chissà perché non ci ho pensato subito, avrei potuto risparmiare tempo nella ricerca del tavolo sia nei mercatini che sul web. Poi un giorno mi sveglio e mi dico: "Perché non realizzarlo con le mia mani"? Ed ecco che le idee sono partite per la tangente e in un attimo ho cominciato a disegnare su carta, qualche schizzo di quello che mi sarebbe piaciuto avere come tavolo.
Pensavo tra me e me:
"Mmm...lunghezza? Almeno due metri, forse più. Aggiungo un travetto traversale come poggiapiedi? Non saprei..." e sono andata avanti così per qualche giorno fino a che i pensieri hanno preso a concretizzarsi e le tante idee si sono incanalate in un'unica soluzione ai miei desideri. Una domenica Gigi ed io ci siamo svegliati con la voglia di lavorare e mettere in pratica il nostro progetto. Siamo andati da
Leroy Merlin con le misure scritte in un foglietto e abbiamo comprato queste cose:
- 4 travetti (per le gambe), 9 x 9 cm
- 2 assi (per le fasce laterali), 15 x 250 x 2 cm
- 2 travetti (per unire le gambe del tavolo), 7 x 5 x 200 cm
- staffe in metallo
- viti per legno di varie misure
- spine in legno
- colla vinilica
Dopo aver tagliato su misura i pezzi in legno, una delle primissime cose che abbiamo fatto, è stata quella di "smussare" la parte finale di quelle che sarebbero diventate le gambe del tavolo. Non volevo le classiche gambe squadrate, così ho pensato di tagliare un angolino di legno da ogni gamba, per ricreare una forma più gradevole alla vista e meno spigolosa. Con righello, matita e lima per legno, abbiamo eseguito questo primo passaggio. Avevo disegnato sulla gamba, delle linee da seguire su cui abbiamo fatto scorrere la lima, in questo modo tutti gli angoli sono riusciti perfettamente uguali. Successivamente abbiamo passato della carta a vetro, proprio in questi punti: prima una carta di grana 100, appena dopo una carta di grana 120.
Fatto questo abbiamo tagliato le assi di misura che sarebbero state le fasce laterali del tavolo. Abbiamo montato delle staffe in metallo nella parte interna delle assi, su quella parte che sarebbe stata a contatto con la gamba del tavolo ma non abbiamo unito i pezzi, non ancora per lo meno. A questo punto bisognava forare con il trapano, le gambe del tavolo per poter inserire delle spine in legno che grazie all'aiuto della colla vinilica, avrebbero sorretto il travetto trasversale tra le due gambe della parte più corta del tavolo. Fatto questo passaggio, abbiamo dovuto attendere l'asciugatura della colla e messo in una morsa i pezzi incollati: le due gambe e il travetto.
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Dopo aver atteso l'asciugatura della colla, abbiamo potuto unire le 4 gambe del tavolo. Le staffe in metallo erano già montate (nella zona interna delle assi), mancavano solamente le viti da inserire in ogni gamba. Con i resti dei tagli di ogni travetto, abbiamo unito la struttura portante del tavolo in modo da renderlo più resistente. Ogni angolo è stato unito da un travetto diagonale e i due lati più lunghi, anch'essi sono stati uniti da due travetti che avrebbero avuto anche il compito di distribuire uniformemente il peso del piano di appoggio. A questo punto la struttura portante era terminata.
Sto cercando di essere abbastanza chiara, ma mi rendo conto che non è facile spiegarvi i singoli passaggi. Sarebbe stato più semplice realizzare un video tutorial...sarà per il prossimo tavolo! ;) Dove eravamo rimasti? Ah sì, parlavamo del fatto che la struttura portante era terminata, mancava solamente il piano di appoggio. Inizialmente pensavo di cercare in qualche cantiere delle vecchie assi da ponteggio, o di chiedere a qualche falegname delle vecchie assi di recupero. Mi ero già armata di pazienza e avevo cominciato a cercare le imprese edili più vicine a casa mia, quando la fortuna ha bussato alla nostra porta: nel negozio di mia cognata, era arrivata una partita di legno africano che gentilmente ci ha regalato. Non finirò mai di ringraziarla!
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Non appena Lisa, ci ha telefonato informandoci dell'esistenza di queste assi provenienti dall'Africa, Gigi ed io ci siamo letteralmente "fiondati" in negozio. Non sapendo cosa ci saremmo trovati davanti e non volendo che l'entusiasmo prendesse il sopravvento (solo per non rimanerci troppo male nel caso il legno non fosse risultato idoneo), siamo entrati nel suo negozio in punta di piedi, ma non appena Lisa ci ha mostrato il materiale, sui nostri sorrisi si potevano contare 64 denti!
Erano delle assi in legno grezzo, con delle venature molto particolari. Lunghe più di due metri e mezzo, larghe circa 12 cm e profonde poco più di 3 cm. In quattro e quattr'otto abbiamo montato il necessario in macchina e portato direttamente a casa. Si poteva finalmente terminare il lavoro. Ovviamente non è tutto oro quello che luccica: una volta giunti a casa abbiamo constatato che le assi piegavano una da una parte e una dall'altra. Eravamo un pò scoraggiati perché il lavoro sarebbe stato più difficile, ma non ci siamo fatti troppo prendere dallo sconforto e abbiamo cominciato ad avvicinare le assi, cercando un modo che stessero più accostate possibile. Abbiamo giocato molto a cambiare e scambiare un'asse al posto dell'altra ma alla fine abbiamo ottenuto un risultato soddisfacente. Così dopo aver numerato ogni asse (mi raccomando non scordatelo di fare), le abbiamo tagliate di misura.
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A questo punto ho saltato un passaggio fondamentale. Prima di unire le assi con dei travetti montati perpendicolarmente al piano, non le ho carteggiate. Perché non potevo farlo dopo? Perché una volta unite le assi, non ero più libera di passare la carta a vetro in tutti i punti, non ero più comoda di fare questo semplice passaggio e sono diventata matta. Anche perché sui tagli laterali delle assi, il legno era molto grezzo e in un modo o nell'altro quel lavoro andava fatto. Altra raccomandazione: prima di unire le assi per formare il piano del tavolo, vanno carteggiate su tutti i lati. Solo la superficie potete escluderla da questo passaggio. Con l'aiuto di una carteggiatrice, ho reso il più liscio possibile il piano appena montato. Non troppo liscio però, perché per quello che avevo in mente, le assi con le venature un pò pronunciate sarebbero state perfette.
Siccome le assi non erano perfettamente dritte, anche se siamo stati particolarmente attenti nell'accostarle una all'altra, ci sono rimaste delle fessure tra di loro. Il problema era da risolvere altrimenti il cibo, le briciole, si sarebbero incastrate nelle fessure ed ogni volta pulire il tavolo sarebbe stato un delirio. L'unica soluzione era quella di stuccarle. Così ho acquistato dello stucco speciale da lavorare direttamente con le mani e dopo ben un'ora di lavoro certosino ho potuto ritenere soddisfacente il risultato. Lo stucco ha asciugato per una notte intera. Al mattino mi sono "divertita" a carteggiare l'eccedenza. Consiglio: Dopo aver steso lo stucco in ogni fessura, con una spatola cercate di togliere l'eccedenza dalla superficie del piano, in questo modo avrete meno da carteggiare per portare tutto a livello.
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Siccome, come prima vi ho accennato, avevo lasciato le venature delle assi del piano un pò pronunciate, ho potuto utilizzare al meglio la cera bianca per trattare il piano. Questa, si è andata a "infilare" in ogni venatura, in ogni più piccolo forellino, andandoli a riempire e colorandoli di bianco. Mentre sulle parti più lisce, la cera bianca ha uniformato il colore rendendolo appena un pò più chiaro e morbido al tatto. Ho insistito molto sia nelle fessure che nelle venature ed il lavoro ottenuto mi ha entusiasmato. Avendo utilizzato un bello strato di cera bianca, ho dovuto attendere parecchio tempo prima che il lavoro fosse asciutto. Successivamente con della lana di acciaio ho lucidato il piano. Perché ho utilizzato la lana di acciaio anziché un panno morbido? Perché la lana di acciaio mi ha regalato un'ombreggiatura grigia che adoro, cosa che il panno morbido non avrebbe di certo fatto.
Non mi restava altro da fare che rifinire la struttura portante. Dopo aver carteggiato, prima con una crta a vetro del 100 e poi via via sempre più sottile, ho steso una mano di impregnante scuro e passata grossolanamente della paraffina sui bordi, ho steso due mani di pittura colore latte. Una volta asciutto il colore, ho carteggiato quelle parti su cui in precedenza avevo steso la paraffina, per far riaffiorare il colore sottostante del legno naturale...per realizzare un tavolo in stile shabby. Una mano di cera neutra ha rifinito il tutto: protegge il legno, lo nutre e lo lucida. Et voilà il tavolo è terminato! Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto. Soddisfatti e quasi increduli del risultato. Pensate che nei giorni scorsi è venuto a casa mia un falegname e dopo avergli chiesto cosa ne pensasse del tavolo da noi costruito, ha strabuzzato gli occhi incredulo facendoci un sacco di complimenti. Doppia soddisfazione quindi.
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Ho voluto realizzare un piano di appoggio fatto da tante assi montate "verticalmente" più due assi più piccole montate "orizzontalmente" nei due posti capotavola tanto per intenderci. Per fare questo ho utilizzato delle spine di legno, qualsiasi altra cosa si sarebbe vista, risultando antiestetica. Ben 5 spine di legno più tanta colla vinilica hanno reso queste zone non più delicate ma belle robuste. Mi è capitato più volte di spostare il tavolo (abbastanza pesante) e fortunatamente non mi è ancora rimasto nulla in mano! ;) Penso che crei al lavoro, un senso di completezza. Ovviamente non è un obbligo inserirle in ogni piano, ma credo che doni davvero un bell'effetto.
Un ultimo consiglio. Se non vi piace l'idea di avere un piano perfettamente liscio, allora lasciate perdere le assi da ponteggio e lasciate perdere anche le vecchie assi da recupero a meno che non troviate un bravo falegname (bravo nel senso di buono, non nel senso di capace) che ve le pialli in modo da renderle praticamente perfette una volta accostate l'una all'altra. Vi dico di cercare un falegname bravo perché non tutti sono disposti a piallare una vecchia asse, magari piena di chiodi con il rischio di rovinare l'intera macchina. Alla fine posso dire di aver risolto con lo stucco il problema delle fessure. Ovviamente non è un piano perfetto: in alcuni punti un'asse è un pò più alta, in altri punti è un pò più bassa, ma a noi piace tanto anche per questo. Voi cosa ne pensate?
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