Eccomi tornata dopo una lunga settimana di assenza dal blog. Vi avevo avvisato che in questi mesi era possibile che "sparissi" per brevi periodi e purtroppo è stato (ed è facile che lo sarà ancora) proprio così. Visto i tanti impegni non riesco a seguire il blog come vorrei e piuttosto che scrivere o postare cavolate, non scrivo nulla. Ma oggi riesco finalmente a raccontarvi del mio super weekend creativo a Eindhoven. Qualche settimana fa vi avevo informato del Visual Workshop a cui avrei partecipato e oggi voglio portarvi con me in questa piccola avventura durata ahimè solo quattro giorni.
Giovedì.
È l'alba quando suona la sveglia, il tempo è pessimo, piove e fa freschino ma l'eccitazione è alle stelle. Mi preparo assieme alla famiglia, facciamo colazione e tutti quanti ci avviamo verso la Stazione di Piazza Principe. Accendo la radio e la prima cosa che ascoltano le mie orecchie è quell'orribile notizia dell'aereo disperso in Egitto. Riesco a sintonizzare su un'altra frequenza prima che le bimbe riescano a captare qualcosa (già la sera precedente Bea era in lacrime perché non voleva che partissi, si preoccupava degli attenti negli aeroporti). Porca paletta! È il mio primo pensiero, vediamo di partire positivi e non pensare alle tragedie. Giusto il tempo di fermarsi con la macchina e avvisto la mia compagna di viaggio,Valentina.
Dopo baci e abbracci come se dovessi partire per la guerra, Vale ed io riusciamo a prendere uno sgangheratissimo treno che ci porta a Milano Centrale. Il tempo è sempre peggio (ma si può prendere l'aereo con questo tempaccio?), ma le nostre chiacchiere e soprattutto l'eccitazione dei giorni che ci aspettano riescono a coprire i cattivi pensieri. Usciti dalla Stazione di Milano ci precipitiamo verso uno dei tanti pullman che portano all'aeroporto di Orio al Serio. Appena troviamo posto, il mezzo parte…e l'ansia di dover prendere l'aereo comincia a farsi sentire. Lo so è una stupidata, se mi soffermo a pensare al fatto che il pericolo più concreto è la macchina e non l'aereo mi do della scema da sola, ma il fatto di essere sola per la prima volta mi metteva un po' di angoscia. Per risparmiare qualche soldino (e tenermeli per lo shopping che sapevo avrei fatto in Olanda) ho cercato di risparmiare su tutto, compreso il fatto di prenotare un posto vicino a Valentina. Così mentre lei sola soletta se ne stava in coda, io ero vicino ad un signore che durante il viaggio ho soprannominato "fiatella". Lascio a voi libera immaginazione.
Comunque a parte la mezz'ora di ritardo del volo (a causa della Francia in sciopero) e del mio vicino di posto "fiatella", devo ammettere di aver viaggiato benissimo. Come una bambina che fa per la prima volta una cosa emozionante, ho scattato 10mila foto alle nuvole. Sul cellulare ho praticamente un reportage con tutti i tipi diversi di nubi: cirri, altocumuli, nembostrati… il fatto è che non era la prima volta che viaggiavo in aereo! Atterrati in suolo olandese, ci ha accolto un sole che ci ha spiazzato alla grande. Eravamo vestite con giacche e maglioncini ma a Eindhoven, splendeva un sole magnifico.
Vale ed io siamo stanche e dobbiamo ancora prendere un pullman che ci porti a casa di Ilaria. Oltretutto sembriamo degli sherpa con valigie, zaini, giacche e maglioni che non sappiamo più come sistemare. L'unico sollievo alla vista in quel momento è stato vedere…gli olandesi, o meglio i ragazzi olandesi. Questi biondoni, alti almeno un metro e novanta ci giravano intorno come se niente fosse (beh effettivamente era proprio così) e noi come due sceme a guardare con la bava alla bocca. A parte gli scherzi, alcuni ragazzi erano davvero carini ma vogliamo parlare delle ragazze? Lunghe chiome bionde, stacco di coscia chilometrico. Io che sono alta 1,70 m mi sentivo una nana in confronto.
Le strade di Eindhoven sono carinissime e le casette davvero molto particolari. La cosa che più mi ha scioccata è stato il constatare che le tende è un complemento d'arredo che gli olandesi non conoscono. Appartamenti con grandi finestre sulla strada prive di tendaggi. Così mentre passeggi per le strade, ti capita di vedere il gatto seduto sul davanzale intento a farsi un'accurata pulizia del pelo o la coppia di signori in pigiama che guarda la televisione. Il neonato sistemato nel box proprio sotto la finestra e la ragazza che lavora al computer seduta sul tappeto. Una cosa inconcepibile per noi italiani, per loro invece è normale amministrazione.
Ilaria ci ha accolto a braccia aperte e ci ha fatto sentire come fossimo a casa nostra. Noi due ci incontrammo credo ormai quasi due anni fa, quando venne a casa mia e fece un servizio fotografico che fu pubblicato prima su Ariadne at Home e successivamente su CasaFacile. Tra un giro al super mercato, una passeggiata al parco e tante chiacchiere si è da subito creato un grande feeling e le serate che abbiamo passato sul divano a confidarci, con una tazza di tisana in mano, non le scorderò tanto facilmente. La sua casa è stratosferica, il primo aggettivo che mi viene in mente per descriverla è colorata. Poi allegra, luminosa, accogliente e molto caratteristica con le sue scale strette e alte che da piano terra si arrampicano fino alla mansarda.
Venerdì.
La mattinata è cominciata con le chiacchiere di Valentina che dal letto accanto al mio, mi dava il buongiorno e con una colazione degna di un re. Ilaria è stata davvero bravissima a coccolarci e la mattinata è volata nei preparativi del workshop. Intorno alle quattro del pomeriggio ci avrebbero raggiunto le altre ragazze e la casa era in fermento: compra i fiori freschi, sistema i fiori freschi, compra la merenda, prepara la merenda. Poi Ilaria si è sintonizzata su una radio che trasmetteva i successi degli anni '80 e in quattro e quattr'otto la casa si è trasformata in una disco dance, mancava solo la palla stroboscopica. Ah no è vero, c'era anche quella. La tavola era allestita alla perfezione e la merenda preparata, alle 15.40 il campanello ha suonato la prima volta, ma questa storia ve la racconto in un altro post. A prestissimo! :)
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