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Festa dei Diritti dei Bambini

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Quello di oggi sarà un post un pò diverso dal solito. Innanzi tutto forse qualcuno non lo saprà, ma oggi 20 Novembre è la Festa dei Diritti dei Bambini. Lo so perché da qualche anno, avendo le bimbe piccole, all'asilo e a scuola si organizza sempre qualcosa di carino. Anche per le strade di ogni città si festeggia e molti comuni organizzano spesso mostre e spettacoli per i più piccini. Circa due settimane fa, si è tenuta alla scuola di Mathilde la prima riunione dei genitori. In questa occasione si è discusso dei Diritti dei Bambini e le maestre ci hanno parlato dell'undicesimo diritto dichiarato nella convenzione, cioè del Diritto al Sogno. Già le parole mi piacciono. Tutti i bambini hanno il diritto di sognare.

Le maestre inoltre hanno chiesto a noi genitori di fare un tuffo nel passato per ricordare quali sogni avevamo da bambini. Raccoglieranno i nostri sogni come hanno raccolto nel corso degli anni passati i pensieri sui nostri figli. E' una grande emozione ricevere alla fine dell'anno le lettere di quello che avevamo scritto e leggerle tutti insieme. Ammetto che non è stato facile per me, ricordare i miei sogni. Da bambina quando mi si chiedeva cosa volessi fare da grande, ero sempre titubante e imbarazzata nel rispondere. Sapevo che le mia amiche erano tutte consapevoli e decise sul loro futuro, al contrario io ero molto indecisa, anzi ora che ci penso bene, non ne avevo proprio idea. Così, nel momento della fatidica domanda, raccontavo la prima cosa mi veniva in mente sperando di piacere al mio interlocutore. E' una cosa che mi ha sempre fatto patire.

I miei sogni? Quello più grande che ricordo con più forza è quello di volare. Volevo volare. Spesso di notte sognavo di camminare nei campi vicino a casa. I miei passi piano piano diventavano saltelli e i saltelli si trasformavano in salti lunghi e molto alti. Mi sentivo leggera e pronta per spiccare il volo e immancabilmente arrivava il momento in cui i piedi si staccavano da terra e cominciavo a fluttuare nel vento. Veramente. Nei lunghi pomeriggi freddi d'inverno, ricordo di aver passato ore e ore affacciata alla finestra a scorgere il profilo del monti. Il mio pensiero volava e con lui pure io e immaginavo di essere un uccello libero nell'aria e di volare in alto, sempre più in alto. 

Un giorno ho fatto venire un infarto a mia madre. Non ricordo di preciso la mia età, sicuramente frequentavo la scuola elementare, forse la prima forse la seconda non saprei. Mi ero messa in testa che se Mary Poppins poteva volare, potevo farlo anch'io. Armata di coraggio e di un ombrello robusto (il più bello che avevo in casa), mi arrampicai sopra un albero e da lì saltai sul tetto del nostro garage dove il papà parcheggiava la macchina. Ricordo ancora adesso il momento esatto prima di saltare. Aprii l'ombrello, guardai tra le nuvole e saltai ad occhi chiusi mentre l'urlo gutturale di mia madre - e la forza di gravità - mi fecero piombare con i piedi per terra. Non so ancora se ci rimasi più male per la paura e la rabbia di mia madre o per il fatto di aver fallito l'impresa.

Episodi in cui tentai di spiccare il volo ce ne sono tanti. Un pomeriggio decisi di saltare un'intera rampa di scale, saranno stati circa una decina di scalini. Presi la rincorsa e bum. Finii di rompermi la caviglia e dovetti tenere un mese di gesso. Il mio primo di quattro gessi. Ero una bambina tenace che si era messa in testa di volare. Non conoscevo ancora la parola gravità, non conoscevo ancora la parola impossibile. Sognare era il mio pane quotidiano e mi piace pesare che sia lo stesso anche per le mie figlie. D'altronde a 33 anni non ho ancora smesso di sognare e mai lo farò!

1 anno di vita - mi piace fare la modella - festeggio 6 anni - primo giorno di scuola



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