Un giorno qualunque di un'estate calda e piena di vita. Le bimbe in "villeggiatura" dalla nonna per l'intera settimana e Gigi ed io a fare i fidanzatini. A fare discorsi stupidi senza doverci trattenere e a ridere per ogni scemenza che esce dalle nostre bocche. I sorsi di vino bianco bevuti in giardino con le rane e le cicale a tenerci compagnia. E poi le stelle e i nostri abbracci. Ieri mattina sono dovuta uscire per alcune commissioni. Rientrata tardi non avevo voglia di cucinare niente, così ho messo in forno una pizza vegan surgelata e il pranzo era pronto in dieci minuti.
Nel frattempo ho ripreso in mano il libro di Jonathan Safran Foer, Se niente importa perché mangiamo gli animali?, e devo dire che leggere quelle cose fa sempre un certo effetto. Ho cominciato a sistemare lo studio, ma ho lasciato perdere dopo cinque minuti perché mi sono ritrovata tra le mani una rivista - The Pill Magazine - presa lo scorso inverno nella palestra d'arrampicata dove vanno Gigi e Bea, dove c'è una bellissima intervista a Christian Watson fondatore del progetto 1924US. Se non lo conoscete su Instagram dategli un'occhiata, io lo seguo da diversi anni e le sue foto mi fanno impazzire.
Christian è un collezionista creativo, un fotografo, un illustratore. Condivide nel suo profilo IG i disegni e i ricordi che accumula dai suoi viaggi e dalle sue escursioni. Ciò che lo circonda diventa il tema centrale della sua espressione artistica, un'opera piena di carattere e autenticità attraverso l'uso di strumenti tradizionali. Egli stesso, dai suoi tatuaggi agli abiti vintage che indossa ne fa parte a pieno titolo. Il progetto 1924US si tratta di una raccolta straordinaria di oggettistica e attrezzatura d'epoca.
Il campanello della porta ha suonato e il corriere mi ha recapitato un pacco che attendevo da giorni. Dovete sapere che non molto tempo fa mi sono innamorata di un piatto visto su Instagram. Chiedendo lumi alla mia enciclopedia umana (che di nome fa Valentina), ho scoperto che questi piatti facevano parte della collezione Jassa di Ikea. Ho fatto dei salti giganti per la felicità, ripiombando a terra in un battibaleno quando ho capito che di quella collezione non è rimasto quasi più niente.
Effettivamente ripensandoci bene, c'è stato un giorno di marzo in cui ho "inciampato" da Ikea ed ero insieme a Gigi. Ho scritto inciampato perché quando sono con lui mi tocca correre i 200 metri da quando entriamo dalla porta girevole fino a che non raggiungiamo le casse e quella volta, per sbaglio, sono capitata davanti all'esposizione dei cuscini Jassa riuscendo a prenderne al volo ben quattro tra un passo e l'altro.
Non essendoci più ritornata mi ero persa quei piatti meravigliosi. Eh no cavolo sia mai! Almeno uno, un misero piattino dovevo averlo. Così mi sono messa a cercare in rete e ho trovato un set (piatto piano e piatto fondo) su Ebay.com. Oggi finalmente sono arrivati. Ma quanto sono belli questi piatti? (Se qualcuno di voi avesse un servizio da sei e non sapesse cosa farsene sappia che sono disposta a pagare oro per averlo).
Una volta lavati i piatti mi sono dedicata a un'attività tutta Green. Dovete sapere che da un po' di tempo a questa parte ho scoperto di avere il pollice verde (un tempo lo chiamavo pollice nero), mi dà delle grandi soddisfazioni e la cosa mi stupisce tutt'oggi. Nei giorni scorsi, mentre navigavo tra un blog svedese e l'altro mi sono trovata davanti a questa foto e ho avuto illuminazione: anch'io volevo incorniciare una finestra con del verde rampicante.
Stamattina tutta felice entro dal mio fiorista di fiducia e gli chiedo: "Ehi ciao, che piantina rampicante mi dai da tenere in casa?", lui mi dice che ha solo il Pothos, al che decido di prendere quello finché non trovo qualcosa di più particolare. Amiche e amici green, che pianta mi consigliate di acquistare perché possa incorniciare la finestra? Il Pothos mi piace, mi piace tantissimo e ne ho la casa piena (anche perché è una delle poche piante che mi resiste), ma lo trovo così scontato. Vorrei qualcosa di più particolare ecco.
Sono salita in cima a un sgabello e ho piantato quattro chiodini su cui ho fissato due fili dopo di che ho preso i rametti più lunghi della piantina e glieli ho fatti girare attorno. Ora non vedo l'ora che cresca. Il fiorista mi ha detto che ci metterà poco a raggiungere la sommità della finestra perché è una pianta a crescita veloce. Speriamo. Il mio angolino urban jungle sta crescendo, vi piace? A me piace molto la sistemazione momentanea della piantina (non ricordo il nome pardon) che ho appoggiato un secondo sullo sgabello, ma quello scranno mi serve in cucina quindi sto pensando di cercare qualcosa di carino da mettere proprio lì. Oggi pomeriggio rivedo finalmente le bimbe, la casa è tremendamente vuota senza di loro.
Photo by Sarah Tognetti