Due giorni ho postato un pensiero sulla mia pagina facebook (veramente è più un tarlo che mi assilla da giorni) che diceva più o meno così: Aiuto ho voglia di cambiare la mia cucinaaa! Le tre A in questo caso servono per far capire il mio urlo di disperazione…e soprattutto quello di mio marito. Qualche sera fa eravamo stravaccati sul divano e i miei occhi facevano la spola tra il cellulare che tenevo in mano e la cucina. Continuavo a girare la testa in un gioco ipnotico quando Gigi mi chiede: "Tutto bene? Che c'é?", ignaro ancora della risposta che gli avrei dato. Ancora cercavo di non arrivare al nocciolo della questione sfuggendo alla domanda con un'altra domanda: "Senti ma…secondo te quanto costerebbe far cambiare il top della cucina con uno in marmo di Carrara?". Al che Gigi, il mio santo marito, comincia a storpiare la bocca e a strizzare gli occhi in una smorfia che è tutta un programma e che solo io riesco a decifrare. Con lo sguardo mi avrebbe detto, ma sei matta? (foto caopertina)
Non è questione di essere matti o meno, secondo me è una vera malattia. Potrebbe venire a chiunque eh quindi attenti anche voi, magari solo leggendomi ve la potrei attaccare un po', ma ho dedotto che questa peculiarità autolesionista colpisce soprattutto le cosiddette interior bloggers. Bella fregatura! Forse (e dico forse) se avessi continuato a fare il tecnico di laboratorio ne sarei stata immune. Ci credete? Io per niente me la sto raccontando da sola. Il problema è che mi innamoro facilmente (di certi arredamenti eh non di uomini) e se mi innamoro sono cazzi per tutti. Per mio marito in primis. Cosa mi ha fatto innamorare, battere forte il cuore e mi ha fatto perdere ben due ( e dico DUE) notti insonni nel cercar di capire come avrei potuto rivoluzionare la mia cucina? Quella disgraziata di Beth Kirby, l'autrice del meraviglioso blog Local Milk.
Disgraziata perché come si dice a Roma me sto a rosicà dde brutto! E questo rende pienamente l'idea di come mi sento in questi giorni. Sento proprio un malessere generale che mi ha colpito come un mattone in testa: fiacchezza, gambe pesanti, mal di testa, apatia. Tutto questo perché ho capito in cuor mio (non sono del tutto deficiente evidentemente) che è impossibile stravolgere la mia cucina per cercare di farla assomigliare, anche solo di poco, a quella di Beth. Cioè ma avete visto quel marmo bianco quanto è bello? E non venitemi a dire che è delicato e si macchia perché non me ne fregherebbe niente. E quelle mensole in legno? Adoro. E la cucina? Vogliamo parlare della sua cucina elettrica? La produce un'azienda francese chiamata Lacanche e costa solamente 13.850 dollari, una bazzecola!
Anche le pareti grigio chiaro decorate con lo stucco veneziano sono bellissime, le trovo di uno stile unico. Merito dei designer Percy Bright e Tara Mangini di Jersey Ice Cream Co. che hanno saputo trasformare le idee di Beth in qualcosa di reale. E poi vogliamo parlare del lavandino in ceramica? E del rubinetto? E del marmo bianco? Ah no quello l'avevo già detto. E le pentole e i pentolini in rame e in vecchi taglieri di legno sparsi per la cucina? No vabbè potrei stare qui ancora per un po' a farvi l'elenco delle cose che mi piacciono. Perfino Beth trovo che sia una donna ricca di fascino.
La volete sapere un'ultima cosa? Ho trovato un oggetto che Beth possiede e che fra qualche settimana (non appena mio papà mi verrà a trovare) possederò anch'io. Facciamo un indovinello o preferite il gioco acqua, fuochino, fuoco? Dai vi do qualche indizio. Allora prima di tutto è un oggetto che si trova in cucina. Sono spiritosa eh?! ;) Ok ok, allora si tratta di un vecchio oggetto che originariamente svolgeva una funziona completamente differente da qualsiasi oggetto che si può trovare in cucina, infatti il suo ambiente non è né la cucina né la casa. E no, non è una pianta. Ci siete arrivati? Dai vediamo se lo avete capito e rispondetemi qui sotto nei commenti. Io vado a sognare ancora un po'!
Photo by Beth Kirby