Sono andata a cercare sul dizionario la parola ricominciare: cominciare di nuovo qualcosa che era stato sospeso. Non so se il termine è quindi corretto in questo caso, forse sì, forse no. Non è corretto perché dopo il novembre del 2011, dopo l'alluvione che aveva messo in ginocchio la mia città, Genova si era alzata mostrando a tutti la forza di cui è fatta e nulla è stato lasciato in sospeso. Ma è corretto purtroppo perché molte attività da allora stanno tuttora aspettando le sovvenzioni che lo stato, il comune ha raccolto, le stesse attività che per la seconda volta in poco tempo hanno visto la loro vita nuovamente distrutta. E adesso? Mi chiedo chi aiuterà queste persone a rifarsi una vita?
Gli angeli del fango, così li chiamano, sono persone come noi, siamo noi che "armati" di pala e stivali, restituiamo un po' di colore a una città che è stata sepolta dal grigio. Ho voglia di vedere positivo, ho bisogno di pensare in positivo e di sapere che per tutti ci sarà una nuova occasione per ricominciare. Ricominciare da un nuovo lavoro, ricominciare con una nuova casa. Non voglio più guardare il cielo ed essere spaventata da un tuono, non voglio provare ansia ogni volta che c'è un temporale, la pioggia non è solo alluvione, non è solo tragedia. Adesso ad esempio vorrei che una pioggia leggera lavasse ogni cosa sporca e pulisse i pensieri cupi di ognuno di noi. C'è veramente il bisogno di guardare avanti e mettersi alle spalle questi tragici giorni.
Lo abbiamo già fatto nel 2011 e lo rifaremo anche questa volta, insieme. La mia famiglia sta bene, siamo al caldo e all'asciutto e voglio cogliere l'occasione per ringraziare tutte le persone che in questi giorni mi hanno scritto regalandomi un po' di calore e a quelle chi mi hanno offerto il proprio aiuto. Noi siamo stati molto fortunati, cosa volete che sia un po' di acqua in camera che scende dal tetto? Un secchio e qualche straccio hanno sistemato tutto. Purtroppo neanche dieci, cento o mille secchi e stracci ridaranno la vita a quel signore morto travolto da un'ondata di piena, a chi ha perso il lavoro, la macchina, a chi ha visto i mobili di casa travolti dalla forza dell'acqua scura per poi essere inghiottiti.
Genova in questi giorni è più che mai unita e si sa, sono parole dette e ridette, l'unione fa la forza. Dobbiamo trovare un piano per difenderci da questi attacchi che la natura ci sbatte contro. Ma lo dobbiamo fare insieme, qui il singolo cittadino purtroppo non ha voce. L'aiuto deve venire dall'alto, da chi ha la facoltà e la responsabilità di poterlo fare. Faccio un esempio: un vicino di casa da più di un anno sta aspettando il permesso di poter alzare un muretto così da evitare che il fiume d'acqua che si forma quando piove forte, gli entri in casa. Sottolineo che il lavoro in questione sarebbe a carico del cittadino. È un anno, cioè 12 lunghi mesi che questa persona sta aspettando una risposta. Giovedì notte un fiume gli è entrato in casa, forse tutto questo si poteva evitare se la burocrazia non fosse così lenta.
Questo è solo uno tra i tanti episodi che potevo raccontarvi. Un altro esempio? In Via Rio Torbido, dove lavoravo qualche anno fa e dove tuttora lavora il mio compagno, hanno formato un comitato di quartiere che si era proposto di pulire e di mantenere pulito il greto del torrente. Ci sono alberi e arbusti che impediscono il normale flusso dell'acqua creando un "tappo" che funge da barriera. Cosa è successo? Che il comitato si è visto respingere tale richiesta con la motivazione di attività pericolosa, in poche parole il risultato è quello scritto sui giornali: esondato il Rio Torbido e metà strada franata complice la mancata ricostruzione degli argini dopo l'alluvione del 2011.
Potrei continuare a scrivere per delle ore portandovi tanti esempi come questi ma non voglio essere polemica, non voglio additare nessuno ma esigo che chi ha il potere, si assuma la propria responsabilità. Che si metta una mano sulla coscienza e riporti Genova a risplendere. Noi siamo pronti a rimboccarci le maniche, i volontari non mancano ma è evidente che dobbiamo essere coordinati. Concetti triti e ritriti ma mai come in questo momento Genova ha il bisogno di una guida stabile e sicura che collabori con il cittadino. La collaborazione penso possa essere la marcia in più di cui abbiamo bisogno…burocrazia a parte. Ci rialzeremo anche questa volta, non senza fatica ma lo faremo. Ne sono sicura.

Photo by Marco Ferrando