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Channel: Shabby Chic Interiors
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Un cammino condiviso

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Ho sempre pensato fosse sbagliato appoggiarmi a qualcuno perché se questo qualcuno venisse a mancare, mi ritroverei senza terra sotto i piedi in balia delle emozioni più tristi e tornare in piedi con le proprie forze non è facile, anzi direi a tratti sfiancante. È un lungo percorso che ho dovuto affrontare tanti anni addietro e se ci ripenso oggi, mi rivedo ancora sofferente a cercare un verso per stare in piedi. Poi gli anni passano, il cuore guarisce, la testa guarisce e in un baleno mi sono innamorata di un uomo. Un uomo forte al quale sarebbe stato semplice appoggiarsi e costruire su di lui la mia sicurezza, le mie idee. Il fatto è che sono testona e ho capito che se volevo un futuro assieme a te, lo dovevo fare non costruendo sui tuoi piedi, ma vicino ai tuoi piedi. Un cammino condiviso. Tu avresti camminato in un senso ed io ti avrei seguito con i miei passi. Viceversa io avrei camminato da una parte e tu mi avresti camminato accanto ma sulle tue gambe. 

Abbiamo così cominciato a camminare vicini tenendoci per mano. Un giorno io mi allontanavo un po' di più, un giorno lo facevi tu ma la strada che ci ha visti insieme era la più grande e piano piano questa strada è diventata ancora più grande, talmente grande da contenere altre due piccole personcine che anche loro come noi, camminano sulle loro gambe accanto a noi. Siamo esseri indipendenti ma mi piace pensare che andiamo tutti nella stessa direzione. Sì a volte ci possono essere delle curve, dei tornanti bruschi e violenti ma la strada pianeggiante è pronta ad attenderci. Questo l'ho capito maturando, l'ho capito vivendoti e mi piace pensare che un po' del mio sapere me lo abbia donato tu che ai miei occhi sei sempre stato così saggio, così giusto. Ieri hai compiuto gli anni e non sai quanta gioia mi dà il sapere di avere ancora tanta strada da fare assieme. Non so perché ma in questo momento mi viene in mente questa canzone: "Le discese ardite e le risalite, su nel cielo aperto...". Un anno è passato ma che sarà mai? Auguri amore mio. 

Questo servizio fotografico che vedete qui sotto, lo abbiamo realizzato dopo essere tornati dal viaggio di nozze. Era metà aprile ma quella giornata faceva un freddo becco e quando dico freddo becco intendo proprio un freddo polare da gelarti le ossa. Andrea Bagnasco, il fotografo che abbiamo scelto per le foto di  matrimonio e per quelle che in teoria sarebbero dovute essere le foto di fidanzamento o anche chiamate "engagement", ci aveva proposto una location meravigliosa: il monte Beigua. Ora immaginatevi un bosco pulito, le foglie rosse, la luce fioca al tramonto. Ma immaginatevi anche quanti gradi segnava il termometro in quella già fredda giornata di metà aprile, quanti gradi? Quanti? Quanti in un posto che si trova a 1200 m sul livello del mare? Ve lo dico io perché me lo ricordo molto bene, me lo ricordo benissimo, c'erano sei gradi. Cioè 6° C. Roba da urlo, roba da broncopolmonite, roba da congelarti tutti i peli… (sì effettivamente ripensandoci bene avevo tutti i peli congelati!). 

Però ne è valsa la pena. Quando ero in mezzo al bosco, all'ombra di un delizioso alberello con la neve ai miei piedi ed io praticamente in canottiera, ne è valsa la pena. Oppure quando ci infilavamo la giacca giusto il tempo che Andrea ci mettesse a fuoco e sistemasse l'inquadratura e poi di corsa veloci come il fulmine, via la giacca, scatta, pelle d'oca, bacini, scatta, abbracci, scatta, etciù, scatta, ne è valsa la pena. Quanti litri di tè caldo mi sono bevuta finito il servizio fotografico? E come mi hai tenuta stretta tra le tue braccia? Ecco tra tutte, questa direi che ne è valsa maggiormente la pena. 




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