Si è appena conclusa a Bologna la trentunesima edizione del Salone della Ceramica, l'ormai famoso Cersaie. Lo scorso anno ero presente anch'io e da allora non vi ho mai raccontato questa bellissima esperienza. Aspettavo il momento giusto tutto qui, ed ora è arrivato. Mettetevi comodi perché questo sarà un racconto "non breve". Nel Settembre dello scorso anno vi accennai in due post (prima parte e seconda parte), del mio ingaggio per Gamma Due, azienda leader nel settore della ceramica e del mio entusiasmo per quel nuovo lavoro. Ricordo che passai settimane da incubo in cui non facevo altro che domandarmi: "Ce la farò mai?", "Riuscirò in questo compito?". E' stato Gigi con il suo supporto a darmi l'energia e forse anche la capacità di proseguire a testa bassa in questo nuovo progetto.
Pensate che quando ricevetti la mail da parte dell'art director di Gamma Due, non ci diedi neanche tanto peso. Pensai subito: "Figuriamoci se riesco in questa impresa"! Ed invece eccomi qua a raccontarvi di una delle esperienze lavorative più belle della mia vita. L'estate che precedette la fiera fu un caos totale: tra viaggi verso Modena, incontri di lavoro e telefonate per cercare di trovare l'occorrente necessario a noleggio, non ebbi il tempo di accorgermi che il mese di Settembre era quasi alle porte. Il mio compito è stato quello di allestire e arredare uno spazio adibito come fosse una vera abitazione, uno stand di quasi 300 mq compreso la zona bar.
Tutto a noleggio avete capito bene. Credo di aver contattato ogni azienda in Italia che produce dall'arredamento al complemento d'arredo. Occorrevano letti, ma anche materassi, cuscini con tanto di lenzuola e coperte. Dovevo reperire la cucina intera, per cui erano perfetti tavoli e sedie ma dovevo cercare anche chi mi noleggiasse il lavandino, forno, fornelli e frigorifero. Senza contare di tutti i lampadari, le applique, le lampade, i tappeti e tutte le ceramiche per i tre bagni: lavandini, docce, bidet, vasca da bagno (mi ero subito imputata su una vasca da bagno con i piedini) e tutta la rubinetteria. La "casa" doveva avere un'anima shabby e l'arredamento doveva essere ovviamente in linea con lo stile. Ero nel mio! :)
Lo ammetto non è stato facile. Ci sono stati giorni in cui ho pensato: "...e ora che faccio?". Poi tutto un tratto la luce! Un ultimo viaggio in azienda per definire i dettagli finali e il viaggio successivo sarebbe stato verso Bologna, città magica che ospita tutti gli anni il Cersaie, il Salone della Ceramica per l'Architettura e per l'Arredobagno. Il viaggio verso l'Emilia è stata una comica, il furgone sgangherato, la radio (anch'essa sgangherata) che suonava lo stesso CD per tutto il tempo perché incantata, quindi o con quella musica (un mix di canzoni cubane...) o senza musica. La partenza in ritardo, le strade sbagliate, le code in autostrada, un inizio non proprio da manuale, ma molto divertente e sicuramente adrenalinico.
Arrivati in zona fiera il panico: il pass da ritirare, ma nessuno aveva segnato i nomi, i telefoni che non prendevano e la lancetta dell'orologio che correva sempre più veloce. Solo quando abbiamo finalmente trovato il padiglione giusto (ci sono "milioni" di padiglioni lì dentro), ho potuto tirare un sospiro di sollievo. Lo stand doveva essere pronto. Dovevamo arrivare, scaricare tre furgoni (pieni zeppi), cominciare a montare tutto il mobilio e arredare le stanze. Salgo nel grande montacarichi assieme a un mucchio di addetti al lavoro, tutti omoni "truci" con le braghe calate e la sigaretta di traverso tra le labbra e mi ritrovo al terzo piano, davanti allo stand di Gamma Due. No ma quello non è lo stand di Gamma Due, non è ancora terminato. Ci sono ancora i pavimenti ricoperti dal naylon e non hanno ancora montato le porte. No no impossibile, devono ancora posare alcune piastrelle. Sì sì quello è proprio lo stand di Gamma Due. Oddio... Dovevate vedere la mia faccia!
Quello che mi si è prospettato davanti era l'apocalisse. Un andirivieni di operai provenienti da ogni parte del mondo. Mi sembrava di essere nel centro storico di Genova. Dovevo stare attenta a dove mettevo i piedi perché in ogni superficie calpestabile vi erano posati secchi di pittura, attrezzi da lavoro, piante e fiori, oggetti imballati ma soprattutto si doveva stare attenti a quei pazzi guidatori di muletto che sfrecciavano zigzagando tra noi umani e tutto quel "popò di roba" posato a terra. Lo stand di 300 mq ancora a soqquadro. Non erano pronte le due camere da letto, né la cucina. Il salotto era invaso da bancali di materiale e i tre bagni sottosopra. Perfino la spa e la zona bar erano ancora in "ristrutturazione".
Trovo subito Gianluca, l'art diretor di Gamma Due. Mi vede pallida, provata:"Tutto bene Sarah? Siamo quasi a tiro, mancano solo alcune cose". E rimarca la pronuncio sul solo. "Solo?" gli rispondo ironicamente. "Credevo di dover cominciare subito ad arredare". Per farvela breve perché in quella settimana di allestimento sono successe un sacco di cose memorabili, ho subito capito una cosa: ero l'unica donna presente in mezzo a un indefinito numero di omaccioni. Il mio compito in quella settimana è stato quello di trasformarmi in un sergente, incurante degli sguardi cupi di alcuni, truci di altri e perseverante in ogni mio comando. D'altronde una settimana prima, una cugina mi disse per telefono: "Sarah sarai la sola donna in mezzo a tanti uomini, fatti subito valere".
I giorni sono volati, letteralmente. Le nottate pure. Per colpa della mia timidezza non sono riuscita a legare con nessuno...seee ci credete? Praticamente dopo un giorno il signore del montacarichi era diventato il mio migliore amico e sapevo a menadito la storia di tutti gli operai che lavoravano con me. Sveglia alle sette di mattino, colazione in albergo e di corsa un taxi (amo i tassisti bolognesi). Arrivo in stand, lavoro, lavoro, chiacchiere e lavoro. Rientro in albergo, doccia e di corsa questa volta verso il centro della città dove ci aspettavano buon cibo, musica e divertimento fino alle tre/quattro del mattino. Ho fatto una settimana da urlo. Due settimane non le avrei rette. Vi dico solo che quando sono tornata a casa, il giorno dopo ero a letto in coma con la febbre.
Adoro Bologna, è una città magica, viva. Pulsa energia da ogni angolo di strada, è galvanizzante. Ricordo ogni singolo momento passato in quella città, ogni persona che ho conosciuto. Dal tassista che racconta la storia di quando è stato minacciato e derubato, all'operaio che mi racconta la storia dei suoi figli. In particolar modo nello stand di Gamma Due c'era un squadra di Polacchi che mi è rimasta nel cuore: tutti omoni tatuati, con i quali è preferibile non discutere. Meglio averli come amici piuttosto che come nemici. Si sono dimostrati grandi lavoratori e molto pazienti...con la sottoscritta. Soprattutto quando nel mio inglese incerto gli facevo tirare giù un quadro perché storto di qualche centimetro, oppure gli facevo smontare una mensola (montata in un mosaico di ceramiche) per spostarla poco più a destra. O anche quando alle otto di sera (facendogli gli occhi dolci ovviamente) gli dicevo: "Sorry...one last job"!
E' stato un piacere lavorare per Gamma Due, ho conosciuto un team affiatato e appassionato del proprio lavoro. E' una gioia vedere questo. La settimana è stata sfiancante è vero (magari se fossi andata a dormire ad un orario decente la sera...), ma sarei pronta a ripeterla domani, e ancora dopo domani. Il giorno dell'inaugurazione è stato spettacolare. L'alba con un cielo terso è stato il preannunciarsi di una giornata tutta da ricordare. E quando il treno con me sopra, è partito verso casa, quando i saluti con tanto di lacrimuccia sono stati fatti, è rimasta sotto la pelle quella sensazione di famiglia che si era creata in quella settimana. Grazie Davide che hai creduto in me, grazie Gianluca che mi sei stato accanto, grazie Matteo per il tuo aiuto indispensabile.
I miei "angeli"
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